Microplastiche, la battaglia si combatte con i droni | Questi galleggiano e le risucchiano del tutto
E’ finalmente stato scoperto un sistema pratico efficace per la risoluzione del problema delle microplastiche. Scopri di cosa si tratta
Cosa s’intende per microplastiche? Si tratta di minuscoli pezzi di materiale plastico che vengono rilasciati all’interno delle masse e dei corsi d’acqua. Gli esperti effettuano un’importante distinzione tra microplastiche primarie, derivanti, ad esempio, dall’abrasione degli pneumatici sull’asfalto durante la guida, e microplastiche secondarie.
Le ultime derivano, invece, dalla degradazione di elementi realizzati in plastica molto più grandi, come bottiglie, buste o tappi, e rappresentano, secondo alcune stime, fino all’80% della totalità dei residui plastici che possono essere rinvenuti in mare.
Negli ultimi anni l’emergenza legata alla diffusione delle microplastiche negli oceani ha assunto dimensioni allarmanti. Secondo quanto affermato dall’ONU, un report condotto nell’anno 2017 è arrivato ad accertare la presenza di oltre 50.000 miliardi di particelle microplastiche sparse tra gli oceani, i fiumi e i laghi di tutto il globo.
Il principale e più concreto rischio riguardante l’inquinamento da microplastiche degli ecosistemi marini, è rappresentato dalla possibilità di intossicazione degli animali proprio mediante l’ingestione accidentale delle particelle; oltretutto, il loro effetto sulla salute umana, pur non essendo ancora stato sviscerato a pieno, potrebbe generare problematiche serie, considerando la vasta presenza di sostanze nocive.
L’innovativa proposta nel contrasto alle microplastiche
Questa problematica ha attirato un’attenzione crescente anche a causa del rilevamento di minuscole particelle anche nell’acqua erogata dal rubinetto e in quella conservata in bottiglia, oltre alle quantità spropositate già riversate in fiumi, laghi ed oceani. La loro estrazione rimane ancora particolarmente complicata da svolgere in maniera totalmente soddisfacente, in quanto le tecnologie di filtraggio generalmente utilizzate riscontrano costantemente difficoltà nel corso della pratica, poiché microplastiche di differenti dimensioni e forme possono causare l’intasamento dei macchinari stessi. Inoltre le tecnologie si sono rivelate scarsamente sufficienti nelle aree sempre maggiormente invase dalla presenza di microplastiche, come accennato in precedenza in laghi, fiumi e grandi masse d’acqua.
Ma la notizia che potrebbe rivoluzionare l’opera di contrasto nei confronti della propagazione delle microplastiche arriva direttamente dalla Corea del Sud, dove due esperti del Center for Extreme Materials Research presso il Korea Institute of Science e Technology, i dottori Seong-Jin Kim e Myoung-Woon Moon hanno dato sviluppo ad un’innovativa tecnologia potenzialmente in grado di garantire una risoluzione definitiva al problema.
Efficienza e versatilità garantite
Si tratta di un drone galleggiante che presenta strutture idrofile, alimentate mediante lo sfruttamento della tensione superficiale, che permettono di scremare le microplastiche. Il marchingegno si distingue per la sua struttura a cricchetto idrofilo, in grado di generare un ponte d’acqua volto a massimizzare la tensione superficiale idrica, in modo da far aderire una quantità elevata di microplastiche ai dentelli del drone. L’applicazione di questo mezzo permette di rimuovere le microplastiche presentanti dimensioni che variano da 1 micrometro a 4 millimetri, fornendo un sostanzioso apporto alle preesistenti tecniche di filtraggio, che non riescono, tuttavia, a sbarazzarsi delle particelle più minime.
Il funzionamento è garantito, senza rischio di incappare nell’intasamento del filtro; anche l’efficienza di recupero, a seguito di numerosi test, è stata indicata in una percentuale superiore all’80% per numerose tipologie di insidiose microplastiche, a partire dal polistirene espanso fino a giungere al polietilene. Questo può avvenire grazie alla sua struttura e design, come detto prima, che consentono al drone la rimozione di particelle microscopiche anche negli specchi d’acqua più imponenti, come laghi e oceani. Il movimento del macchinario avviene autonomamente, così come lo svolgimento delle sue funzioni, che gli consentono di purificare la qualità dell’acqua ripulendola dalle scorie potenzialmente dannose per l’intero ecosistema marittimo. La grande innovazione e versatilità è rappresentata anche dalla possibilità di riutilizzare la medesima tecnologia, ad esempio, anche in ulteriori tipologie di filtri, come nel caso degli allevamenti di acquacoltura.