Bagnini, la loro formazione è necessaria e fondamentale | Il 2025 di apre con una novità: il Decreto ha rivoluzionato tutto

Illustrazione di un bagnino in azione (Depositphotos)

Illustrazione di un bagnino in azione (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it

Per essere bagnini è necessaria una formazione precisa e costante. Il nuovo anno sarà caratterizzato da una serie di novità.

Il bagnino è una figura fondamentale per la sicurezza in ambienti acquatici come piscine, spiagge e laghi. Il suo compito principale è prevenire situazioni di pericolo, monitorando costantemente i bagnanti e intervenendo prontamente in caso di emergenze. 

Per svolgere questo lavoro, il bagnino deve possedere competenze tecniche e fisiche specifiche. La formazione prevede corsi certificati di primo soccorso, rianimazione cardiopolmonare (RCP) e tecniche di salvataggio in acqua. 

Oltre al soccorso, i bagnini svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione degli incidenti. Forniscono informazioni ai bagnanti, segnalano condizioni pericolose, come forti correnti o mare mosso, e verificano che le attrezzature di sicurezza, come boe e salvagenti, siano in perfette condizioni. 

Il lavoro del bagnino non è solo tecnico, ma anche sociale. Deve instaurare un rapporto di fiducia con i bagnanti e mantenere un atteggiamento rassicurante.

Nuove regole, nuove sfide

Le nuove disposizioni del decreto ministeriale 85/2024 stanno facendo discutere, soprattutto per come regolano la formazione dei bagnini di salvataggio in Italia. Finalmente, dopo anni di norme frammentarie, si è arrivati a una regolamentazione uniforme a livello nazionale. Tuttavia, non tutti sono contenti. C’è chi accusa il decreto di favorire un monopolio delle associazioni già autorizzate alla formazione e chi solleva dubbi sulla sua efficacia, considerando che alcune realtà storiche del settore non hanno partecipato attivamente alla stesura delle norme.

Un punto caldo della polemica riguarda i minorenni. Il decreto vieta loro di esercitare come bagnini, anche se possono frequentare i corsi e ottenere l’abilitazione. Questa scelta ha senso, considerando le responsabilità e i rischi connessi a questo lavoro, ma non è stata accolta con entusiasmo. Un approccio più flessibile, come permettere ai giovani di lavorare sotto supervisione in contesti sicuri, avrebbe forse evitato alcune delle critiche. Tuttavia, è chiaro che l’obiettivo del decreto è puntare su una maggiore professionalizzazione e garantire standard elevati in tutto il Paese.

Illustrazione di un bagnino in piscina (Depositphotos)
Illustrazione di un bagnino in piscina (Depositphotos FOTO) – www.marinecue.it

Impegni ed opportunità

Uno degli aspetti più interessanti del decreto è l’attenzione alla specializzazione. Oggi, un bagnino non è più solo qualcuno che salva vite, ma una figura altamente qualificata, in grado di affrontare emergenze e situazioni complesse. Questo aumento di responsabilità, però, non è stato accompagnato da un adeguato miglioramento delle condizioni di lavoro o delle retribuzioni. Molti lamentano che fare il bagnino sia diventato poco attraente proprio a causa dei turni massacranti e dei compensi spesso inadeguati.

Per incentivare questa professione, servirebbe una revisione complessiva: migliori contratti, più tutele e magari un ritorno a misure come il bonus disoccupazione stagionale. Nonostante le difficoltà, il decreto rappresenta un passo nella direzione giusta. Come con l’introduzione obbligatoria del casco per i motorini, che inizialmente fece scalpore ma salvò molte vite, anche questa riforma punta a una maggiore sicurezza sulle spiagge.