Spiagge, siamo alla frutta | Il mare restituisce sempre più rifiuti: sono diventate impraticabili
Il riversamento dei rifiuti dal mare alle spiagge è un reale dramma. Ecco come i paradisi terrestri possono trasformarsi in discariche a cielo aperto
L’inquinamento marino è una questione comunemente preoccupante a causa della sua estensione nel mondo e della sua gravità. Una consistente percentuale dei rifiuti che inquinano gli ambienti marittimi è rappresentata dalla plastica. Parliamo di spazzatura che può raggiungere le masse d’acqua indirettamente o direttamente, come nel caso delle attrezzature da pesca, reti in particolare, abbandonate in mare dai pescatori.
In particolare più del 15% della plastica che termina nei mari viene riversata sulle spiagge della terra ferma. Sono circa 8 milioni di tonnellate i rifiuti plastici che ogni anno finiscono per intaccare gli ecosistemi marini. Un numero incalcolabile di incidenti a danno degli esseri viventi che abitano le profondità acquatiche e che scambiando i residui di plastica che galleggiano per piccole prede finiscono per soffocare.
Un altro elemento decisamente nocivo per i mari sono i riversamenti di petrolio delle piattaforme, ma anche gli scarichi industriali e urbani, che possono addirittura contenere sostanze radioattive o metalli pesanti, che non si degradano nell’ambiente finendo per intossicare le acque e compromettere la vita di ogni qualsivoglia specie.
E nonostante il mare possieda una spiccata capacità autopulente, la quantità di rifiuti di ogni genere è talmente elevata da non poter consentire alle masse d’acqua di liberarsi autonomamente del problema.
Le condizioni disastrose in cui versa Kuta
La spiaggia di Kuta è una delle aree più importanti in ambito turistico dell’intera Indonesia. Localizzata sull’isola di Bali, rappresenta il centro maggiormente frequentato sull’isola dai visitatori provenienti da tutto il mondo, adatto al divertimento e alla vita notturna, ma anche come meta trafficata dai surfisti. Una delle destinazioni più ambite, probabilmente, di tutto il sud-est asiatico, non solo per chi ricerca svago o per gli appassionati di sport acquatici, ma anche per le fresche coppie di sposi che qui si recano per celebrare la loro luna di miele.
3 chilometri di spiaggia caratterizzata da una sabbia bianca che la rende un luogo paradisiaco. Ma quest’immagine di Kuta è stata diametralmente rovesciata nel corso degli ultimi anni. A causa delle intense piogge che interessano la zona, infatti, sulla sabbia non si trovano più splendide conchiglie, ma rifiuti rigettati dal mare. Gli stessi prodotti dall’uomo, che li riversa nell’ambiente e che, prima o poi, vengono trascinati in acqua per poi essere prepotentemente restituiti alla terraferma. Se pensiamo poi che la stagione delle piogge in Indonesia dura per ben cinque mesi, riusciamo ad immaginare bene la quantità di sporcizia riversata sulla spiaggia dopo le mareggiate.
L’iniziativa della popolazione locale
In risposta alla situazione di crescente dramma che l’area sta vivendo, i residenti di Badung, centro turistico che include tra le sue località proprio Kuta, già a partire da qualche anno si organizzano in un determinato periodo dell’anno per ripulire le aree maggiormente trafficate dell’isola, che spesso coincidono con quelle più soggette al riversamento. Il loro operato comporta benefici davvero soddisfacenti, con la rimozione di oltre 90 tonnellate di rifiuti l’anno, poi trasportate presso una discarica per essere smaltite in maniera sicuramente meno dannosa per l’ambiente.
A sorprendere più di ogni altra cosa è che addirittura il 70% della spazzatura totale raccolta è costituito da rifiuti in plastica; lattine, buste, bottiglie, flaconi, reti, e chi più ne ha più ne metta. La presenza inquinante di questo materiale a largo delle coste indonesiane rappresenta un significativo problema nella zona, che porta sempre più frequentemente a tramutare dei veri e propri paradisi terrestri in discariche a cielo aperto. Le principali cause indicate dagli esperti sono da ricercare alla base del problema, dunque nella cattiva gestione dei rifiuti e nella crisi globale che interessa le masse d’acqua; ad aggravare tutto, come detto, ci sono le frequentissime precipitazioni e i monsoni.