Microplastiche, hanno trovato il modo per eliminarle per sempre | Calamari e cotone il binomio perfetto

Illustrazione del ciclo delle microplastiche (Depositphotos)

Illustrazione del ciclo delle microplastiche (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it

Le microplastiche sono un grosso problema, eppure c’è un metodo per smaltirle senza alcun problema. Scopri qual è!

Le microplastiche sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, derivanti dalla degradazione di oggetti plastici più grandi o da prodotti progettati per contenerle, come cosmetici e detergenti. 

Negli oceani, le microplastiche vengono ingerite da organismi marini di tutte le dimensioni, dai piccoli zooplancton ai pesci, entrando così nella catena alimentare.

Questi frammenti possono causare danni fisici agli animali e rilasciare sostanze chimiche tossiche accumulate durante il loro ciclo di vita, alterando la salute degli ecosistemi acquatici.

L’ingestione di microplastiche da parte dell’uomo avviene principalmente attraverso il consumo di pesci e molluschi contaminati, ma anche tramite l’acqua potabile e l’aria.

La lotta contro le microplastiche

L’inquinamento da microplastiche è una crisi globale, ma un’innovazione promettente potrebbe ridurre significativamente il problema. Un team di ricerca dell’Università di Wuhan ha sviluppato un filtro innovativo chiamato Ct-Cel, progettato per rimuovere fino al 99,9% delle microplastiche dall’acqua. Questo dispositivo sfrutta una combinazione di materiali naturali e sostenibili: la chitina, estratta dalle ossa dei calamari, e la cellulosa, derivata dal cotone. Entrambi i materiali erano già noti per la loro capacità di assorbire inquinanti, ma il loro utilizzo combinato ha creato una soluzione altamente efficace contro i frammenti plastici.

Durante i test, il filtro si è dimostrato capace di catturare microplastiche di diverse dimensioni e composizioni, tra cui polistirene, polimetilmetacrilato, polipropilene e polietilene tereftalato, alcuni dei principali responsabili dell’inquinamento. Grazie a complesse interazioni molecolari, il Ct-Cel “riconosce” le diverse tipologie di plastica e adatta il modo in cui le cattura, garantendo così un’efficienza elevata anche in ambienti contaminati da altri inquinanti, come batteri e solventi.

Illustrazione di alcune microplastiche (Depositphotos)
Illustrazione di alcune microplastiche (Depositphotos FOTO) – www.marinecue.it

I pro e i contro

Un aspetto chiave del filtro Ct-Cel è la sua durabilità: anche dopo cinque utilizzi, mantiene un’efficienza superiore al 95%, rendendolo una soluzione praticabile e sostenibile per applicazioni su larga scala. Tuttavia, alcune sostanze chimiche presenti nell’acqua possono ridurre leggermente la sua efficacia, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per ottimizzare il sistema e ampliarne le potenzialità.

Con miliardi di tonnellate di plastica che contaminano il pianeta, il Ct-Cel rappresenta una speranza concreta nella lotta contro le microplastiche. Le sue caratteristiche, unite alla capacità di operare in presenza di altri inquinanti, lo rendono uno strumento versatile per affrontare l’inquinamento idrico globale. Se integrato con altre soluzioni tecnologiche e normative ambientali, potrebbe diventare una delle pietre miliari nella mitigazione della crisi ambientale causata dalla plastica.