Ponte sullo Stretto di Messina, Legambiente tuona | Progetto assurdo: “distrugge gli ecosistemi e spreca denaro”

Illustrazione artistica del Ponte sullo Stretto (WeBuild)

Illustrazione artistica del Ponte sullo Stretto (WeBuild FOTO) - www.marinecue.it

Gli oppositori del ponte ci sono sempre stati, e alcuni di essi affermano quanto sia assurdo come progetto. ma è proprio così?

Le infrastrutture, se non progettate con attenzione, possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi naturali. Dighe, autostrade, porti e oleodotti sono esempi di opere che spesso frammentano habitat, alterano equilibri ecologici e riducono la biodiversità.

Questi interventi, pur essendo essenziali per lo sviluppo umano, richiedono valutazioni ambientali approfondite per minimizzare i danni.

Le dighe, ad esempio, bloccano i flussi naturali dei fiumi, alterando gli ecosistemi acquatici e le migrazioni di specie come i salmoni.

 Anche le infrastrutture di trasporto, come autostrade e ferrovie, dividono gli habitat terrestri, impedendo la libera circolazione di molte specie. Questo isolamento riduce la variabilità genetica e rende le popolazioni più vulnerabili a cambiamenti ambientali e malattie.

Critiche tecniche e funzionali

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, previsto per collegare la Sicilia alla Calabria, è stato al centro di un’analisi approfondita da parte di Legambiente nel report Pendolaria 2025. L’associazione definisce l’opera una “cattedrale nel deserto”, evidenziando come le risorse investite siano sproporzionate rispetto ai benefici ipotizzati. Tra i punti critici, la scelta di una campata unica di 3,3 km in un’area ad alta attività sismica e geologica rappresenta un rischio significativo. Nessun ponte simile esiste in contesti con caratteristiche geofisiche paragonabili.

In termini di utilità, il Ponte promette un risparmio di tempo limitato: appena 15-20 minuti rispetto ai traghetti attuali per i viaggi in auto, mentre per chi utilizza il trasporto pubblico, i tempi di percorrenza potrebbero addirittura peggiorare. Inoltre, il progetto non renderebbe competitivo il tempo di viaggio tra Roma e Palermo, stimato in circa sette ore, rispetto ai collegamenti aerei. Questi dati sollevano dubbi sulla reale efficacia del Ponte come soluzione ai problemi di mobilità nella regione.

Il ponte visto dalla Calabria (WeBuild)
Il ponte visto dalla Calabria (WeBuild FOTO) – www.marinecue.it

Impatti ambientali ed economici

L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto sarebbe devastante, interessando due Zone di Protezione Speciale (ZPS) e undici Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Lo Stretto di Messina è un’area con una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo, e già nel 2005 la Commissione Europea aveva minacciato di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per la violazione della Direttiva Uccelli. La costruzione dell’opera metterebbe a rischio habitat fondamentali, compromettendo un patrimonio ambientale unico.

Dal punto di vista economico, i costi del progetto sono lievitati nel tempo, passando da 5 miliardi nel 2001 a oltre 14,7 miliardi nel 2024. Circa un miliardo è stato già speso senza realizzazioni concrete, e oltre l’87% degli stanziamenti infrastrutturali destinati al Sud fino al 2038 saranno assorbiti dal Ponte. Questo drenaggio di risorse sottrae fondi vitali a opere essenziali per il territorio, come il miglioramento delle reti di trasporto urbano e ferroviario, lasciando il Sud con infrastrutture obsolete e insufficienti.