Mare, c’é uno ctenoforo che è immortale | Gli scienziati lo hanno appena scoperto: ringiovanisce anno dopo anno
Questo animale è considerato praticamente immortale, grazie alla sua straordinaria biologia e fisiologia. possiamo imparare da loro?
Gli ctenofori, comunemente noti come “comb jellies” o “meduse pettine,” sono organismi marini trasparenti e gelatinosi. Pur somigliando alle meduse, appartengono a un phylum distinto, Ctenophora, caratterizzato da otto file di ciglia che usano per muoversi.
A differenza delle meduse, gli ctenofori non hanno cellule urticanti (cnidociti) che svolgono un ruolo nella caccia. Catturano le prede usando colloblasti, cellule appiccicose che intrappolano piccoli organismi planctonici. Alcune specie, invece, inghiottono interi pesciolini o larve grazie alla loro “bocca” altamente estensibile.
Gli ctenofori giocano un ruolo importante negli ecosistemi marini, poiché influenzano le popolazioni di zooplancton e di pesci. Ma alcune specie invasive hanno causato danni ecologici significativi, alterando le reti alimentari e mettendo a rischio le attività di pesca commerciale in alcune regioni.
Questi organismi continuano a stupire i biologi per le loro caratteristiche uniche, come la bioluminescenza, e per il loro ruolo evolutivo. Sono animali straordinari, e ancora abbiamo molto da imparare su di loro.
Un fenomeno unico
La noce di mare (Mnemiopsis leidyi), un organismo marino appartenente al phylum dei ctenofori, ha rivelato una straordinaria capacità biologica: può invertire il proprio ciclo vitale e tornare allo stadio larvale. Questo fenomeno, osservato durante uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, pone la noce di mare accanto alla medusa immortale (Turritopsis dohrnii) come esempio di specie in grado di “ringiovanire”. In condizioni di stress ambientale, come scarsità di cibo o lesioni, l’organismo cambia forma e comportamento, regredendo alla fase larvale, chiamata cidippide.
Il processo è stato scoperto quasi per caso da Joan J. Soto-Angel e Pawel Burkhardt, ricercatori specializzati in biologia marina. Durante esperimenti di laboratorio, gli scienziati hanno osservato un esemplare adulto “scomparire” e lasciare il posto a una larva. Questa regressione implica una ristrutturazione completa del corpo dell’animale, una caratteristica unica che rende la noce di mare un oggetto di studio eccezionale per comprendere i meccanismi della plasticità biologica.
Implicazioni evolutive
Gli ctenofori, come la noce di mare, rappresentano una delle linee evolutive più antiche della vita animale, risalenti a oltre 500 milioni di anni fa. Questo suggerisce che la capacità di invertire il ciclo vitale potrebbe essere un tratto ancestrale, forse condiviso da altre specie marine. Studiando questi meccanismi, i ricercatori mirano a comprendere meglio l’evoluzione della rigenerazione e della longevità negli organismi multicellulari.
Le implicazioni di queste scoperte vanno oltre la biologia marina. La noce di mare potrebbe diventare una specie modello per studiare l’invecchiamento e la rigenerazione anche in contesti biomedici. Secondo Burkhardt, la possibilità di analizzare i cambiamenti molecolari e cellulari durante il processo di regressione potrebbe portare a nuove intuizioni su come rallentare o persino invertire l’invecchiamento nei tessuti complessi, avvicinandoci a comprendere i segreti dell’immortalità biologica.