Il disastro marino peggiore degli ultimi tempi | Il petrolio ha già invaso tutto: rischi altissimi
E’ una catastrofe senza precedenti, la peggiore degli ultimi tempi. La flora e la fauna locale ne stanno pagando le conseguenze.
Gli incidenti legati al trasporto e all’estrazione del petrolio rappresentano una delle principali minacce agli ecosistemi marini. Le fuoriuscite, causate da incidenti a piattaforme petrolifere o petroliere, rilasciano grandi quantità di idrocarburi in mare, contaminando l’acqua e le coste.
Gli effetti sugli organismi marini sono devastanti. Il petrolio si attacca alle piume degli uccelli e al pelo dei mammiferi, compromettendo la loro capacità di isolamento termico e galleggiamento.
Per i pesci e gli invertebrati, l’esposizione agli idrocarburi causa tossicità, alterando il sistema nervoso e riproduttivo. Le conseguenze possono estendersi per decenni, con effetti a catena sull’intera catena alimentare.
Nonostante le tecnologie avanzate, e gli studi e i dati in nostro possesso utili per la prevenzione e il contenimento delle fuoriuscite, molti disastri hanno avuto un impatto prolungato, difficili da mitigare.
L’incidente e le sue conseguenze
Nello Stretto di Kerch, tra il Mar Nero e il Mar d’Azov, una tempesta ha causato un grave incidente marittimo il 15 dicembre 2024. Le petroliere russe Volgoneft-212 e Volgoneft-239, entrambe con oltre 50 anni di servizio, sono state gravemente danneggiate: una si è spezzata in due, mentre l’altra ha riportato danni allo scafo. L’incidente ha rilasciato in mare circa 3.000 tonnellate di olio combustibile pesante (mazut), un prodotto altamente inquinante. La chiazza di petrolio si è rapidamente diffusa, coprendo una superficie di 60 chilometri di costa.
Le conseguenze ambientali sono state devastanti. Il petrolio ha raggiunto le spiagge vicino ad Anapa, nella regione russa di Krasnodar, contaminando l’habitat costiero e causando una grave emergenza ecologica. Numerosi uccelli marini sono stati trovati coperti di petrolio, molti dei quali non sono sopravvissuti. Greenpeace Ucraina ha definito l’evento un disastro ambientale di vasta portata, con potenziali ripercussioni a lungo termine sugli ecosistemi locali.
La gestione della crisi
L’incidente ha sollevato dure critiche verso la gestione della “flotta ombra” russa, una flotta di navi obsolete utilizzate per aggirare le sanzioni internazionali. Greenpeace ha denunciato il pericolo rappresentato da queste petroliere, sottolineando che la Volgoneft-212 e la Volgoneft-239 rientravano tra le 192 navi identificate in precedenti rapporti come a rischio. Questo incidente dimostra l’urgenza di regolamentazioni più severe per evitare simili disastri futuri.
Sul fronte della gestione, il governo russo ha ammesso il disastro solo due giorni dopo l’incidente, avviando interventi di soccorso lungo le coste colpite. La città di Anapa e altre quattro località della regione di Krasnodar hanno dichiarato lo stato di emergenza, mentre volontari e attivisti locali stanno cercando di salvare la fauna colpita. Tuttavia, il lento intervento e l’uso di petroliere obsolete sottolineano la necessità di strategie più efficaci per prevenire e rispondere a tali emergenze ambientali.