In fondo al mare ancora scoperte clamorose | Gli archeologi esultano per quanto trovato in Sicilia

Lo studio del reperto (stilearte.it FOTO) -

Lo studio del reperto (stilearte.it FOTO) - www.marinecue.it

E’ una scoperta straordinaria! Il fondo del mare restituisce ancora tesori inestimabili, ed i ricercatori non vedono l’ora di studiarli.

I fondali marini profondi, situati a oltre 200 metri di profondità, costituiscono uno degli ecosistemi meno esplorati del pianeta. Coprono circa il 65% della superficie terrestre e includono ambienti unici come le dorsali oceaniche, le fosse abissali e le pianure abissali.

Questi habitat estremi sono caratterizzati da oscurità totale, basse temperature e pressioni elevate, condizioni che richiedono adattamenti straordinari da parte degli organismi che vi abitano.

Nonostante l’isolamento, i fondi profondi sono ricchi di biodiversità. Vi si trovano creature affascinanti, come pesci abissali bioluminescenti, spugne giganti e crostacei unici.

Questi ambienti ospitano anche ecosistemi particolari, come le bocche idrotermali, dove la vita prospera grazie alla chemiosintesi, un processo che sfrutta l’energia chimica anziché la luce solare.

Un particolare ritrovamento

Nel mare di Santa Maria del Focallo, nel Comune di Ispica, Sicilia, è stato scoperto un relitto risalente al VI-V secolo a.C., a soli sei metri di profondità. Sepolto da sabbia e massi, lo scafo presenta una tecnica costruttiva “su guscio”, con incastri a tenoni e mortase, che testimonia le avanzate conoscenze nautiche dell’epoca. Il relitto era accompagnato da reperti di epoche diverse: quattro ancore litiche di epoca preistorica e due in ferro a “T” rovesciata risalenti probabilmente al VII secolo d.C.

Questa compresenza di materiali di periodi distinti sottolinea l’importanza strategica di Santa Maria del Focallo come crocevia delle rotte marittime mediterranee. La scoperta offre uno spaccato unico sulla continuità storica di utilizzo di quest’area, fornendo nuove informazioni sulla navigazione e le interazioni culturali nel Mediterraneo antico.

Illustrazione di una parte del relitto (stilearte.it)
Illustrazione di una parte del relitto (stilearte.it FOTO) – www.marinecue.it

Alcune tecnologie avanzate

La scoperta è il risultato di una campagna di scavi subacquei condotta dal Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Le ricerche hanno beneficiato di tecnologie innovative, come la fotogrammetria subacquea, che ha permesso la creazione di un modello tridimensionale dettagliato del relitto. I campioni di legno e altri materiali prelevati saranno analizzati per approfondire la conoscenza delle tecniche costruttive e dei materiali dell’epoca.

La scoperta rientra nel più ampio Kaukana Project, avviato nel 2017, che si propone di ricostruire il paesaggio costiero e sommerso della zona tra Ispica, Kaukana e Kamarina. Questo progetto multidisciplinare non solo amplia le conoscenze sulla storia marittima dell’area, ma mira anche a valorizzare il patrimonio sommerso, rendendolo fruibile per la comunità scientifica e il grande pubblico.