“Che diavoleria è mai questa?” | Sconcerto dilagante per l’emersione di qualcosa di strano: tutti in laguna a curiosare
E’ una cosa assurda, è emersa all’improvviso e nessuno sa spiegarne il perché. Costa sta accadendo in mare?
I mari, con la loro vastità e profondità, hanno restituito numerosi oggetti e resti che alimentano il mistero. Tra i ritrovamenti più sorprendenti ci sono antiche città sommerse, come la città di Heracleion, scoperta al largo delle coste egiziane.
Un altro ritrovamento enigmatico è il cosiddetto “Oggetto del Mar Baltico”, scoperto nel 2011. Questa struttura sommersa, dalle forme insolite, ha suscitato dibattiti tra scienziati e appassionati, con teorie che spaziano da un’origine naturale a quella artificiale o persino extraterrestre.
I mari hanno anche restituito antichi tesori, come il meccanismo di Antikythera, un complesso calcolatore astronomico greco risalente al II secolo a.C.
Altri misteri includono creature marine mai viste prima, come il “blob” scoperto nel 2003 al largo del Cile, poi identificato come i resti di una balena.
Un qualcosa di “nuovo”
Nella Laguna di Venezia, vicino alla bocca di porto di San Nicoletto, è emersa una nuova isola. In passato, questa formazione era visibile solo durante l’estate come una semplice lingua di sabbia, per poi dissolversi nei mesi invernali. Ma a partire dal 2020, l’isola si è stabilizzata, crescendo fino a raggiungere una lunghezza di 260 metri e una larghezza di 10 metri. Questo fenomeno ha suscitato l’interesse degli esperti, che hanno attribuito il cambiamento alle modifiche idrodinamiche introdotte dal Mose.
Secondo Giovanni Cecconi, ingegnere idraulico con anni di esperienza nel progetto Mose, l’isola si è formata grazie alla protezione fornita dalle barriere mobili. Queste hanno ridotto l’impatto delle mareggiate provocate dalla Bora e del moto ondoso causato dalle imbarcazioni, consentendo all’isola di catturare sedimenti organici e sabbie. Nel tempo, la superficie si è popolata di vegetazione alofila e tamerici, trasformando quella che era una semplice lingua di sabbia in un ecosistema in espansione.
Opinioni divergenti
Non tutti gli esperti condividono pienamente l’interpretazione di Cecconi. Andrea D’Alpaos, professore di Idrologia presso l’Università di Padova, riconosce che il Mose ha migliorato le condizioni idrodinamiche della laguna, favorendo l’accumulo di sedimenti. Ma sottolinea che questo fenomeno non può essere interpretato come un beneficio diretto per la crescita delle barene, che sono strutture ecologiche più complesse e influenzate da una varietà di fattori.
L’emersione di questa nuova isola rappresenta un caso interessante di interazione tra interventi infrastrutturali e processi naturali. Essa offre spunti significativi per comprendere l’impatto del Mose sulla morfologia e sull’ecosistema lagunare. Questo fenomeno evidenzia come opere artificiali possano influire sulla dinamica sedimentaria, creando nuove opportunità per l’adattamento e la resilienza ecologica della Laguna di Venezia.