L’iceberg più grande del mondo è alla deriva
Il colosso di ghiaccio che vanta una superficie di 3.600 km² si dirige verso acque più calde dopo ben 30 anni.
L’iceberg A-23a, nonché il più grande iceberg conosciuto al mondo, ha ripreso il suo movimento verso l’Atlantico meridionale.
Infatti, inizialmente la corrente lo aveva bloccato per diversi mesi vicino all’arcipelago delle Isole Orcadi del Sud. L’iceberg in questione vanta una superficie di circa 3.600 chilometri quadrati e un peso di circa un miliardo di tonnellate.
Questo colosso di ghiaccio ha iniziato il suo lento viaggio verso nord nel 2020, dopo aver trascorso oltre 30 anni nel Mare di Weddell.
La sua attuale traiettoria e il destino incerto sollevano degli interrogativi sui possibili effetti ambientali che potrebbero avere tali spostamenti.
L’iceberg A-23a riprende la deriva
L’iceberg A-23a ha origini lontane. Per l’appunto, esso si è staccato dalla banchisa di ghiaccio Filchner nel 1986. Tuttavia, non ha affrontato il destino di altri iceberg che spesso si frantumano e scompaiono rapidamente. Dopo il distacco, l’iceberg è rimasto intrappolato nel Mare di Weddell per oltre 30 anni. Durante questo periodo non ha registrato particolari movimenti. È proprio questo che ha sollevato interrogativi sugli effetti a lungo termine di iceberg di queste dimensioni. Ciononostante, nel 2020 ha iniziato a muoversi lentamente verso nord grazie alle correnti oceaniche e al cambiamento delle condizioni ambientali.
Nel corso degli anni, l’iceberg ha attraversato diverse fasi di frammentazione, ma non ha mai raggiunto la rottura totale. Ora l’interesse dei vari scienziati e ricercatori è su di esso. Tuttavia, la sua traiettoria si è interrotta nel 2024, ossia quando l’iceberg più grande al mondo si è ritrovato intrappolato nella corrente oceanica vicino alle Isole Orcadi del Sud. Questo fenomeno ha, di conseguenza, impedito il suo movimento. Ma qualcosa è cambiato. Infatti, delle immagini satellitari del British Antarctic Survey (BAS) hanno confermato che il colosso di ghiaccio ha rotto questa trappola naturale e ha ripreso la sua deriva verso il sud dell’Atlantico.
Il destino dell’iceberg con le conseguenze sull’ecosistema
Con il suo spostamento verso acque più calde, il destino di A-23a appare incerto. Infatti, gli effetti sull’ambiente marino potrebbero essere non indifferenti. Questo perché l’interazione tra l’iceberg e le acque più calde stimolerà una serie di reazioni ecologiche. In primo luogo, l’iceberg si compone per lo più da acqua dolce, questo contribuirà a modificare la salinità delle acque circostanti. Di conseguenza, ciò creerà un ambiente favorevole alla crescita del fitoplancton, nonché un elemento fondamentale nella catena alimentare oceanica. Il processo di fusione e frammentazione dell’iceberg avrà anche effetti sugli ecosistemi marini locali.
Per l’appunto, il rilascio di minerali e nutrienti potrebbe alterare la biodiversità e le dinamiche alimentari. Tuttavia, il suo impatto sul livello globale del mare è minimo. Infatti, dato che l’iceberg è già galleggiante, la sua fusione non contribuirà molto all’innalzamento del livello del mare. Ciò che rende importante il suo studio non è tanto l’impatto diretto sul clima, quanto le informazioni che fornisce riguardo ai processi oceanici e polari. Infatti, la continua osservazione e monitoraggio di A-23a è molto importante per comprendere meglio questi fenomeni naturali in relazione al cambiamento climatico.