Allarme estinzione animali marini | Gli unici colpevoli sono i pescatori: pochi mesi e si dirà addio agli squali

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Squali (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Allarme estinzione per la fauna marina: gli squali sono vicini al punto di non ritorno e i pescatori sono i principali responsabili.

Quando sentiamo parlare di squali, ci vengono subito in mente film pieni di tensione, pinne che spuntano dall’acqua e brividi lungo la schiena. Ma, in realtà, questi giganti dei mari sono incredibilmente importanti per mantenere l’oceano in equilibrio. E no, non stiamo esagerando: senza di loro, i nostri mari rischiano di finire nel caos più totale.

Gli squali non sono solo predatori formidabili, ma anche dei veri e propri “guardiani” degli ecosistemi marini. Regolano le popolazioni di pesci, impedendo che alcune specie crescano troppo e rovinino tutto. Se gli squali sparissero, ci troveremmo con ecosistemi completamente sballati. Ad esempio, troppi pesci erbivori potrebbero divorare tutte le alghe delle barriere coralline, distruggendo questo habitat prezioso.

E non si tratta solo di squali: anche le razze e le chimere giocano un ruolo fondamentale. Le razze, con il loro continuo scavare nel fondale alla ricerca di cibo, aiutano a ossigenare i sedimenti e a mantenere fertile il fondo marino. È un ciclo perfetto dove ogni specie ha una funzione precisa. Ma se togliamo un pezzo, tutto l’ingranaggio rischia di fermarsi.

Quello che spesso dimentichiamo è che proteggere gli squali significa proteggere anche noi stessi. La salute degli oceani influenza direttamente la nostra vita: dalle risorse ittiche che finiscono sulle nostre tavole alla regolazione del clima globale. Insomma, se gli squali stanno male, stiamo male anche noi.

Il declino preoccupante degli squali e delle razze

Un recente studio del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA), pubblicato su *Science*, ha lanciato un vero allarme. Dal 1970, il numero di squali, razze e chimere è crollato di oltre il 50%. La colpa principale? La pesca eccessiva. Sì, perché non si tratta solo di pescare intenzionalmente questi animali, ma anche delle cosiddette “catture accidentali” che avvengono durante la pesca di altre specie.

Gli scienziati hanno creato un indice di rischio di estinzione per queste creature, e i dati sono davvero preoccupanti: il rischio è aumentato del 19% negli ultimi decenni. In pratica, più di un terzo degli squali e delle razze è ora in pericolo di estinzione. E non si tratta solo di numeri: stiamo parlando di specie che abitano sia le acque costiere che quelle più profonde, e che svolgono ruoli vitali per l’intero ecosistema marino.

Pesca
Pesca (Pixabay Foto) – www.marinecue.it

Cosa possiamo fare per salvare gli squali?

La buona notizia è che qualcosa si può ancora fare. Gli esperti hanno suggerito delle soluzioni concrete per fermare questa catastrofe. La prima cosa da fare è ridurre la pressione della pesca, stabilendo limiti di cattura più sostenibili. Poi, è fondamentale migliorare la governance della pesca e togliere i sussidi dannosi che incentivano pratiche non sostenibili.

Alcuni Paesi stanno già dando il buon esempio. Nazioni come Australia, Canada, Nuova Zelanda, Stati Uniti e alcune zone d’Europa e del Sudafrica hanno messo in atto misure di protezione efficaci. Questi paesi dimostrano che, con una gestione intelligente e responsabile, è possibile ridurre il rischio di estinzione e dare una chance a squali e razze di riprendersi. Proteggere gli squali non è solo una battaglia per la biodiversità, ma un modo per garantire che i nostri oceani restino vivi e sani. E, in fondo, non è poi così difficile: basta iniziare a trattare il mare con un po’ più di rispetto e responsabilità. Perché alla fine, siamo tutti parte dello stesso grande ecosistema.