Disastro enorme in mare | Petroliere spezzate a metà in un secondo a causa delle onde alte: è allarme ecosistemi
Petroliere spezzate in un lampo: il recente disastro marittimo che mette a rischio gli ecosistemi circostanti.
Il mare può essere incredibile e spaventoso allo stesso tempo. In un momento tutto è calmo e silenzioso, l’attimo dopo si scatena l’inferno. Onde altissime e venti furiosi possono trasformare qualsiasi viaggio in un incubo, soprattutto per chi si muove su enormi petroliere cariche di materiali pericolosi.
Quando una tempesta colpisce, la forza dell’acqua è spietata. Ti immagini queste enormi imbarcazioni invincibili, ma in pochi secondi possono crollare come castelli di carte. E per quanto la tecnologia abbia fatto passi da gigante, il mare sa ancora come mettere alla prova anche i progetti più avanzati. Un errore, una crepa invisibile, e tutto può andare storto.
Alcune zone sono più complicate di altre. Passaggi stretti, correnti imprevedibili, fondali mutevoli: sono veri e propri punti di tensione per il traffico marittimo. E in questi scenari, dove tutto può cambiare in un secondo, il rischio di disastri è altissimo. Basta un minimo errore di calcolo o una tempesta improvvisa per scatenare una tragedia.
E poi c’è il vero incubo: la fuoriuscita di petrolio. Quando una petroliera si danneggia, il rischio non è solo per i marinai. L’olio nero che finisce in mare è una sentenza di morte per l’ambiente. Pesci, uccelli, piante… tutto viene travolto da una macchia tossica che impiega anni, forse decenni, a dissolversi.
Tempeste e petroliere: un mix pericoloso
In certe aree del mondo, le tempeste si sviluppano con una rapidità assurda. Onde alte come palazzi e venti che sembrano spingere con forza sovrumana. In queste condizioni, anche le petroliere più robuste fanno fatica. E se parliamo di navi costruite decenni fa, be’, il rischio di un crollo strutturale aumenta vertiginosamente.
Quando succede l’irreparabile, la situazione è da panico. Non si tratta solo di salvare i membri dell’equipaggio, ma anche di limitare il disastro ambientale. Ma come fai a contenere il danno quando il mare è una furia? Le operazioni di soccorso sono difficilissime e ogni minuto che passa è un minuto in più di contaminazione.
Disastro nello stretto di Kerch
Pochi giorni fa, nel mar Nero, è successo quello che tutti temono. Due petroliere russe sono state spazzate via da una tempesta nello stretto di Kerch. Una delle due navi si è spezzata in due, mentre l’altra è stata danneggiata pesantemente. A bordo c’erano 29 membri dell’equipaggio, e purtroppo almeno uno di loro non ce l’ha fatta.
Ma come se non bastasse c’è stata anche la fuoriuscita di petrolio in mare. Non si sa ancora quanto greggio sia finito nell’acqua, ma la minaccia è reale. Le petroliere, costruite tra il 1969 e il 1973, potevano trasportare fino a 4.200 tonnellate ciascuna. Le autorità russe sono già al lavoro per cercare di limitare i danni, ma la situazione è complicata. Gli ecosistemi marini della zona rischiano di subire un colpo devastante.