Mediterraneo killer | Città invase dall’acqua: non esisteranno più le spiagge, milioni di cittadini a rischio
Mare nostrum potrebbe rivelarsi in futuro una minaccia. Potrebbero non esistere più spiagge, e molte città scompariranno per sempre.
“Grazie” ai cambiamenti climatici, tra i tanti problemi che sta creando e che creerà in futuro c’è l’innalzamento del livello del mare, una delle maggiori sfide legate al cambiamento climatico. Il fenomeno è causato principalmente dallo scioglimento delle calotte polari e dall’espansione termica degli oceani. Questo comporta significativi impatti su ecosistemi, infrastrutture e comunità costiere.
Le inondazioni costiere possono provocare la perdita di habitat naturali e di terreni agricoli, causando danni economici e sociali. Inoltre, l’erosione accelera, minacciando insediamenti umani e biodiversità. Le città che vivono sul mare potrebbero trovarsi in guai seri in futuro.
Le città costiere rischiano di subire danni infrastrutturali e problemi di approvvigionamento idrico, con potenziali migrazioni climatiche. Tutto sarà destinato a modificarsi.
Azioni rapide e coordinate per ridurre le emissioni di gas serra e pianificare strategie di adattamento sono essenziali per mitigare questi rischi globali. Purtroppo non rimane molto tempo.
Cambiamenti climatici e l’innalzamento del Mediterraneo
Il Mediterraneo è un “punto caldo” per il cambiamento climatico e l’inquinamento, con temperature già aumentate di 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Entro il 2100, potrebbero raggiungere fino a 2,9°C, con conseguenze significative per l’ecosistema e le comunità costiere. Parallelamente, il mare sta subendo un riscaldamento marcato, con incrementi previsti tra 2,7°C e 3,8°C a fine secolo.
L’innalzamento del livello marino è un altro fattore critico: il ritmo attuale di 2,8 mm/anno è destinato a crescere. Si prevede un aumento superiore a un metro entro il 2100, causando alluvioni frequenti e irreversibili erosioni costiere, minacciando Venezia e altre aree vulnerabili che lottano già quotidianamente con problematiche simili.
Erosione, eventi estremi e inquinamento
La situazione è drammatica. Le coste mediterranee potrebbero perdere tra 40 e 60 metri entro la fine del secolo, con spiagge e infrastrutture esposte a gravi rischi. La frequenza di eventi estremi sul livello del mare, oggi rari, è destinata a crescere di almeno il 10% entro il 2050, intensificando i danni a città costiere e al turismo.
L’inquinamento aggrava ulteriormente la situazione. La plastica costituisce l’82% dei rifiuti galleggianti, mentre metalli tossici come piombo e mercurio sono stati rilevati in diverse zone critiche. Attività industriali come la produzione di cemento e petrolio contribuiscono al degrado ambientale, rendendo il Mediterraneo uno degli ecosistemi più a rischio a livello globale. Non ci resta molto tempo, la situazione è già ad un punto di non ritorno.