Gli ambientalisti stanno protestando | Questo peschereccio va fermato all’istante: a rischio anche le aree marine protette

Illustrazione di una tartaruga (Pixabay)

Illustrazione di una tartaruga (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

Un peschereccio molto pericoloso per gli ecosistemi marini. La protesta va avanti ininterrottamente, bisogna salvare le aree marine protette.

Le aree protette, destinate alla conservazione della biodiversità, sono spazi fondamentali per la protezione degli ecosistemi e delle specie in pericolo.

Tuttavia, molte di queste aree sono oggi a rischio a causa di fattori come il cambiamento climatico, l’inquinamento e l’espansione delle attività umane

Il cambiamento climatico, in particolare, sta alterando gli habitat naturali, con il riscaldamento globale che spinge molte specie fuori dai loro ambienti storici.

L’inquinamento, sia chimico che plastico, ha un impatto devastante su molti habitat protetti, contaminando le acque e il suolo e riducendo la qualità dell’ambiente per le specie che vi abitano.

Una minaccia da non sottovalutare

Il peschereccio a strascico “Annelies-Ilena” rappresenta uno dei più imponenti esempi della pesca industriale moderna. Con le sue dimensioni colossali, 144,6 metri di lunghezza e 24 metri di larghezza, è in grado di prelevare fino a 400.000 kg di pesce al giorno grazie alle reti che si estendono per una superficie pari a due Torri Eiffel. La sua funzione principale è la cattura di pesci destinati alla produzione di surimi, un prodotto trasformato che viene esportato a livello globale. Questo peschereccio, di proprietà della multinazionale olandese P&P, ha suscitato una crescente preoccupazione a causa della sua capacità di saccheggiare enormi quantità di fauna marina in tempi brevissimi, compromettendo interi ecosistemi marini.

La nave ha guadagnato notorietà anche per la sua operazione nelle Aree Marine Protette, dove, nonostante le leggi a tutela dell’ambiente, può continuare la sua attività di pesca intensiva senza sanzioni. Ciò solleva gravi interrogativi sul modello di gestione della pesca in queste aree, progettate per preservare la biodiversità marina. In particolare, zone come il Golfo di Biscaglia, un habitat fondamentale per molte specie di delfini e altre forme di vita marina, rischiano di subire danni irreversibili a causa delle pratiche distruttive di questo peschereccio. 

Illustrazione della Annelies-Ilena (Bloom association)
Illustrazione della Annelies-Ilena (Bloom association FOTO) – www.marinecue.it

La risposta delle associazioni

Di fronte alla devastazione che l’“Annelies-Ilena” può causare, numerose organizzazioni ambientaliste si sono mobilitate per fermare le sue operazioni. Associazioni come Bloom, PleineMer e BretagneVivante hanno lanciato appelli pubblici e scritto lettere al ministro francese della Pesca, Fabrice Loher, chiedendo di intervenire per impedire l’ulteriore operazione di questo peschereccio nelle acque europee. Nonostante le preoccupazioni degli esperti e le evidenti implicazioni ecologiche, il governo francese, sotto la guida di Loher, ha permesso alla nave di proseguire la sua attività, ignorando le raccomandazioni scientifiche e i moniti sul cambiamento climatico.

Le manovre politiche dietro questa decisione sembrano riflettere interessi economici legati alla pesca industriale, mettendo in secondo piano la sostenibilità ambientale. Le associazioni ambientaliste avvertono che, senza un’azione tempestiva, le devastazioni causate dall’“Annelies-Ilena” potrebbero continuare senza sosta, mettendo a rischio la biodiversità marittima e le risorse naturali che dipendono da ecosistemi marini sani.