Arrivano i primi sospetti sul danneggiamento dei due cavi nel Mar Baltico

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Mar Baltico (Wikimedia, Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 FOTO) - www.marinecue.it

Dal danneggiamento dei due cavi sottomarini nel Mar Baltico emergono i primi sospetti sulle possibili responsabilità.

Nei giorni scorsi si è verificata una situazione che ha attirato l’attenzione sulle cause e sulle eventuali responsabilità che si celano dietro a questo evento.

Nello specifico, due cavi sottomarini sono stati danneggiati nel Mar Baltico: il primo dei due collegava la Lituania alla Svezia; mentre il secondo collegava la Germania alla Finlandia.

Tuttavia, le dinamiche della vicenda si dovevano ancora chiarire. Per l’appunto, non era ancora palese se si trattasse di un semplice incidente di usura o un sabotaggio vero e proprio.

Ormai è passato qualche giorno e le nazioni coinvolte hanno svolto delle analisi per capire che cosa sia accaduto ai due cavi che hanno smesso di funzionare a poche ore di distanza l’uno dall’altro.

Ricordiamo che cosa è accaduto ai due cavi

Lo scorso 17 e 18 ottobre si è verificato il malfunzionamento di due cavi nel Mar Baltico che si occupavano delle telecomunicazioni in fibra ottica. I due cavi distavano tra loro circa 100 kilometri. Il primo dei due collegava la Lituania alla Svezia ed era lungo circa 218 chilometri; mentre il secondo collegava la Germania alla Finlandia ed arrivava ad una lunghezza di 1.200 chilometri. A seguito dell’evento le nazioni coinvolte hanno avviato subito le indagini per riuscire a riportare alla luce le cause che hanno portato alla fine del loro funzionamento.

Inizialmente, per il primo cavo era già stato stabilito che fosse stato messo fuori uso per un intervento esterno. Successivamente, per il secondo cavo, le due nazioni avevano addirittura pensato che si trattasse di un coinvolgimento della Russia mentre si trova in conflitto con l’Ucraina. Fortunatamente, il danno non è stato totale in quanto altri cavi sottomarini sono riusciti ad assicurare comunque una comunicazione tra le nazioni. Tutto questo nell’attesa di ripristinare i due cavi tagliati, la cui operazione richiederebbe fino a 15 giorni. Chiaramente, è già passato qualche giorno e i Paesi hanno avuto il tempo di approfondire le proprie indagini. Quindi cosa è emerso? Iniziano i primi sospetti.

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I due cavi coinvolti nell’evento (TeleGeography FOTO) – www.marinecue.it

I primi sospetti sul caso dei cavi danneggiati

Il Financial Times è riuscito ad accedere ai dati del traffico marittimo ed emerge un sospetto: c’è stato il transito di una nave cinese, la “Yi Peng 3”, che è partita dalla Russia ed era diretta verso l’Egitto. Successivamente, l’imbarcazione è stata seguita per scoprire che appartiene ad una società cinese che possiede solamente due navi. Da qui la Svezia ha deciso di intraprendere un’indagine su di essa.

Questo evento ha sollevato parecchi timori. Questo perché gli eventi si sono verificati alcune settimane dopo che gli Stati Uniti avevano avvertito di un possibile intensificarsi delle operazioni militari russe nei pressi dei cavi sottomarini del Baltico. Carl-Oskar Bohlin, il ministro della Difesa svedese ha affermato l’assoluta necessità di comprendere le dinamiche dell’accaduto e di andare a fondo alla questione. Ora, essi non escludono nessuna possibilità sulle causa. Infatti, tengono conto di qualsiasi cosa: si ipotizzano cause accidentali, come il coinvolgimento di imbarcazioni casuali, ma anche scenari di sabotaggio vero e proprio.