‘Non possiamo più vivere di pesca’ | In Sicilia i pescatori sono disperati: la colpa è dei delfini e di una specie aliena
In Sicilia i pescatori sono allo stremo: delfini e specie aliene minacciano il loro lavoro e rendono la pesca insostenibile.
La pesca non è solo un lavoro. In posti come la Sicilia, rappresenta un legame profondo con il mare, con la tradizione, con le storie tramandate da chi ha vissuto di reti e barche per generazioni. I pescatori qui non si limitano a portare a casa il pesce: loro portano a casa parte della loro anima. Ma, ultimamente, il mare sembra più ostile di un tempo. Tra regolamentazioni che cambiano, mercati difficili e ostacoli che sembrano spuntare come funghi, la vita di chi lavora in mare è diventata una corsa a ostacoli.
Chiunque abbia passato del tempo su una barca da pesca sa che è un mestiere che richiede cuore, testa e muscoli. Non c’è spazio per chi cerca comodità. Le giornate iniziano quando la maggior parte delle persone dorme, e finiscono quando il sole è già sceso da un pezzo. Eppure, negli ultimi anni, le difficoltà non sono solo legate al mare o al pesce che, a volte, sembra quasi sparire. C’è tutto un sistema da combattere, fatto di burocrazia, costi alle stelle e una pressione che non lascia respiro. Anche solo mantenere una barca operativa diventa una sfida.
Parlando di sfide, non possiamo ignorare il cambiamento che sta travolgendo i nostri mari. Il Mediterraneo, che per secoli ha offerto ricchezza e vita, è oggi un ecosistema fragile, che cambia sotto i nostri occhi. Le temperature si alzano, specie nuove e invasive si fanno strada, e i pescatori si trovano spesso a combattere contro l’ignoto. Sì, perché la pesca non è solo un gioco di numeri e quantità, ma una questione di equilibri delicati che, una volta spezzati, faticano a tornare.
E poi c’è il fattore umano. Chi vive di mare sa che il pesce non è una certezza. C’è chi torna a casa a mani vuote, chi ha reti danneggiate, chi deve fare i conti con una realtà che sembra cambiare troppo in fretta. E, nonostante tutto, si va avanti. Si cerca di reinventarsi, di trovare soluzioni. Ma spesso ci si scontra con un sistema che sembra non capire cosa significhi dipendere dal mare.
Le difficoltà delle marinerie siciliane
Nelle marinerie dell’Arcipelago Eoliano e del Golfo di Patti, la situazione non è certo delle migliori. I pescatori, abituati a lottare contro le onde, si ritrovano a fare i conti con nuovi ostacoli. Uno di questi? I delfini. Sì, proprio loro, simboli di libertà e intelligenza marina, che però stanno complicando le cose. Per molti pescatori, la presenza dei delfini significa meno pesce nelle reti e prede che si disperdono.
Non è tutto. A peggiorare la situazione c’è il “vermocane“, una specie che si attacca ai pesci intrappolati nelle reti, rendendoli inutilizzabili. Le marinerie chiedono aiuto, cercano sostegno. Ma fino ad ora, le risposte sono state poche e non sufficienti.
Richieste di aiuto e possibili soluzioni
I rappresentanti dei pescatori, come il presidente del COGEPA di Lipari, continuano a far sentire la loro voce, chiedendo un intervento immediato. Si spera che le istituzioni comprendano l’urgenza della situazione e agiscano per proteggere un settore che è parte integrante della cultura e della sopravvivenza di tante famiglie.
Tra le soluzioni discusse, ci sono anche misure di ristoro economico per le imprese colpite, oltre a progetti per mitigare l’impatto delle specie invasive. I pescatori chiedono di essere ascoltati e coinvolti nei piani di gestione del mare, perché nessuno conosce quelle acque meglio di loro. Solo con un dialogo aperto e una collaborazione concreta sarà possibile preservare una tradizione millenaria e garantire un futuro a chi vive di pesca.