L’Ispra avrà la sua nuova nave oceanografiche | Futuro dei nostri mari in buone mani: una nuova era di contrasto ai cambiamenti

Una nave oceanografica diretta al Polo Nord (Depositphotos)

Una nave oceanografica diretta al Polo Nord (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it

Lo studio dei fondali oceanici e della vita marina avviene grazie alle navi oceanografiche, e presto anche l’ISPRA ne avrà una.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è un ente pubblico italiano che si occupa della tutela dell’ambiente e della salute umana, lavorando per monitorare, proteggere e conservare il patrimonio naturale del nostro paese.

Fondato nel 2008, ha un ruolo ambientale cruciale nell’attuazione delle politiche nazionali, contribuendo con studi, ricerche e valutazioni scientifiche. L’istituto svolge attività di monitoraggio e ricerca su tematiche legate all’inquinamento atmosferico, marino, del suolo e delle acque. 

L’ISPRA ha anche il compito di supportare il governo italiano nell’elaborazione di normative ambientali, partecipando attivamente ad iniziative per la gestione dei rischi ambientali e dei cambiamenti climatici. 

L’importanza dell’ISPRA risiede nel suo impegno continuo per la conservazione del nostro ambiente, un impegno che tocca le coscienze di ognuno di noi.

Una nuova nave oceanografica

Il cantiere T. Mariotti di Genova si è aggiudicato l’appalto per la costruzione di una nuova nave oceanografica destinata all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Il progetto, finanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), prevede una nave innovativa dal valore di oltre 107 milioni di euro. La nave sarà equipaggiata con tecnologia avanzata e progettata per monitorare fondali marini fino a 4.000 metri di profondità, un passo fondamentale per migliorare la conoscenza e la tutela degli ecosistemi marini italiani.

Una delle caratteristiche principali di questa nave sarà la propulsione full electric, una scelta che rispecchia l’impegno ISPRA nella sostenibilità e nella ricerca ecologica. La nave avrà dimensioni comprese tra i 55 ei 70 metri di lunghezza e tra i 14 ei 17 metri di larghezza. Sarà in grado di ospitare da 10 a 20 ricercatori scientifici, oltre all’equipaggio. Tra le dotazioni tecniche si prevedono sistemi avanzati di posizionamento dinamico (DP2) e una velocità massima che varia tra i 13 ei 16 nodi, garantendo efficienza e capacità operativa in condizioni marine complesse.

Una nave oceanografica russa (Depositphotos)
Una nave oceanografica russa (Depositphotos FOTO) – www.marinecue.it

Obiettivi e progetti futuri

Questa nave oceanografica rappresenta una risorsa chiave per ISPRA, che intende usarla per obiettivi scientifici di grande rilevanza. Tra le missioni previste, ci sono interventi di ripristino degli ecosistemi marini, come la ricostruzione di banchi di struzzi piatte europee (Ostrea edulis) nelle regioni costiere italiane. La nave sarà anche impegnata nella mappatura di importanti monti sottomarini distribuiti tra il Mar Ligure, il Tirreno e l’Adriatico, coprendo circa 14.000 km² di fondali marini.

Il progetto è parte del programma “Mer – Marine Ecosystem Restoration”, finanziato dal PNRR, che si prefigge di stimolare il restauro ecologico su larga scala degli ecosistemi marini. Con una dotazione complessiva di 400 milioni di euro, il progetto rappresenta il più grande piano di restauro marino in Italia. L’obiettivo finale è rafforzare la capacità del nostro paese di preservare la biodiversità marina e di affrontare i problemi legati al degrado degli ecosistemi sottomarini, lavorando in modo sinergico tra istituzioni, ricerca e innovazione tecnologica.