L’Oceano Indiano preserva la barriera corallina | Scoperta incredibile: ‘Dovunque ci sono danni, ma qui la vita prospera grazie alle correnti’
Un angolo di paradiso marino sorprende gli scienziati: la barriera corallina dell’Oceano Indiano resiste e fiorisce, ma come?
L’Oceano Indiano è un’arteria commerciale e un ecosistema variegato. Le sue acque ospitano barriere coralline mozzafiato, come quelle delle Maldive e delle Seychelles, e specie marine, tra cui squali balena, tartarughe marine e numerosi pesci tropicali.
Questi ecosistemi, però, sono sensibili ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, il che rende l’oceano un tema di grande interesse per gli ambientalisti e i ricercatori. La cultura dei Paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano è influenzata dalle sue acque.
Dai pescatori tradizionali delle coste africane ai mercanti dell’India e del Medio Oriente, questo oceano ha plasmato per millenni la vita economica e sociale delle regioni circostanti. Oggi, continua a essere una fonte di ricchezza e un ponte tra popoli.
Qual è l’ultima scoperta sui fondali dell’Oceano Indiano, perché è così importante per la salvaguardia dell’ambiente marino e non solo? Ecco tutto quello che c’è da sapere e come si salvano le specie che abitano sul fondo dell’oceano.
Le caratteristiche dell’Oceano Indiano
I fondali marini dell’Oceano Indiano sono tra i più vari e complessi del Pianeta, caratterizzati da profonde fosse, catene montuose sottomarine e ampie pianure abissali. Una delle caratteristiche è la Dorsale Indiana, una catena montuosa sottomarina che attraversa l’oceano e segna il confine tra le placche tettoniche. Questa dorsale è sede di attività vulcanica e geologica. Le fosse abissali, come la Fossa di Java, una delle più profonde al mondo, raggiungono profondità di oltre 7.000 metri e sono ancora poco esplorate.
Le aree costiere e i fondali marini poco profondi dell’Oceano Indiano sono ricchi di biodiversità e ospitano vasti ecosistemi di coralli, alghe e praterie di posidonia. I fondali sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alla pesca intensiva, che minacciano gli habitat e alterano l’equilibrio degli ecosistemi.
Il fenomeno nell’Oceano Indiano
Il team della dottoressa Burt ha raccolto e sequenziato 252 campioni di barriera corallina dalle Seychelles per studiare la dispersione delle larve. Con modelli genetici e oceanografici, i ricercatori hanno dimostrato che le correnti oceaniche trasportano delle larve lungo percorsi articolati.
Così si crea una rete naturale che collega le formazioni coralline principali agli atolli più remoti. Questa scoperta indica che proteggere le fonti di larve chiave potrebbe migliorare la salute delle barriere coralline. La ricerca serve a dare un nuovo strumento per la conservazione di questi habitat naturali per molte specie marine.