Pesci, quando l’uomo ci mette lo zampino | I medicinali stanno combinando dei grossi guai: ‘Molte specie ne sono dipendenti’

Alcune pillole medicinali (Pixabay)

Alcune pillole medicinali (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

I medicinali possono creare dipendenze, e non solo all’essere umano. Anche i pesci possono diventarne dipendenti, ed è colpa nostra.

La dipendenza da medicinali è una condizione complessa che coinvolge sia l’essere umano che gli animali. Negli esseri umani, la dipendenza da farmaci è spesso legata all’uso prolungato di sostanze che alterano il sistema nervoso.

Anche negli animali, in particolare quelli che ricevono trattamenti farmacologici a lungo termine, può svilupparsi una forma di dipendenza. Farmaci come gli oppioidi, utilizzati per il controllo del dolore, possono causare effetti simili a quelli riscontrati nell’uomo.

Un altro aspetto della dipendenza da medicinali negli animali è legato all’uso di farmaci per il comportamento, come sedativi o ansiolitici. 

La gestione della dipendenza da medicinali, sia negli esseri umani che negli animali, richiede un’attenta supervisione medica. Il trattamento deve essere graduale e personalizzato, per ridurre al minimo i rischi di effetti collaterali gravi

La dipendenza dei pesci

Negli ultimi decenni, la crescente diffusione degli antidepressivi, tra cui la fluoxetina (comunemente nota come Prozac), ha avuto conseguenze ambientali rilevanti. Questi farmaci, originariamente progettati per trattare disturbi psichiatrici umani, sono finiti in gran parte nei corsi d’acqua a causa di pratiche inadeguate di smaltimento delle acque reflue. Le molecole di antidepressivi, insieme ad altri composti chimici, viaggiano attraverso i sistemi di drenaggio e le fognature, riversandosi nei fiumi, nei laghi e negli oceani.

Questo fenomeno, che ha avuto inizio a partire dagli anni Cinquanta, ha creato una nuova forma di inquinamento chimico che minaccia gli ecosistemi acquatici. Il problema è aggravato dalla difficoltà di filtraggio completo di tali sostanze attraverso i depuratori d’acqua. L’esposizione continua agli antidepressivi sta alterando in modo significativo l’ambiente acquatico, con effetti particolarmente visibili sulle specie ittiche.

Un banco di pesci (Pixabay)
Un banco di pesci (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Gli effetti sui pesci e sugli ecosistemi

Le sostanze contenute negli antidepressivi, come la fluoxetina, hanno effetti devastanti su alcune specie di pesci, in particolare sui guppy (Poecilia reticulata). Gli studi hanno dimostrato che l’esposizione alla fluoxetina alteri lo sviluppo embrionale dei pesci, influendo sulla crescita delle pinne e sulla regolazione ormonale dei maschi giovani. Questi effetti compromettono la capacità dei pesci di svilupparsi correttamente e di riprodursi, poiché la fluoxetina impedisce la fusione dei gameti, riducendo la probabilità di fecondazione e la sopravvivenza degli embrioni.

Inoltre, i pesci esposti agli antidepressivi diventano meno adattabili alle sfide ambientali. La loro capacità di difendersi dai predatori diminuisce, e la loro resistenza alle modifiche del loro habitat naturale è significativamente ridotta. Alcuni pesci, come i guppy, mostrano una maggiore vulnerabilità nei confronti degli altri animali della stessa specie e anche dei predatori, riducendo drasticamente le loro chance di sopravvivenza. Oltre agli antidepressivi, altre droghe, come la metanfetamina, sono state responsabili di alterazioni comportamentali anche in altre specie acquatiche.