Sardegna, è calamità naturale | 2 milioni di euro di danni: la colpa è della siccità e del mare troppo caldo

Mare e siccità (Pexels)

Mare e siccità (Pexels) - www.marinecue.it

Un particolare settore produttivo della Sardegna ha subito milioni di euro di danni a causa di siccità e caldo anomalo. 

Sardegna: bellezza pura, mare cristallino e coste da cartolina. Eppure, la vita lì non è solo relax e paesaggi da sogno. Le sue risorse naturali sono una parte fondamentale dell’economia locale e il biglietto da visita per chi arriva in città.

Quando ti avvicini al porto, la prima cosa che noti sono i galleggianti colorati che fanno da benvenuto: quelli indicano delle particolari coltivazioni, un segno distintivo e orgoglio della zona. Per molti abitanti, queste acque rappresentano vita, lavoro e tradizione. Ma come ogni tesoro naturale, anche queste risorse sono vulnerabili, e la natura, ahimè, a volte ci mette lo zampino.

Affinché questa coltivazione prosperi ci vuole un mare “in salute”. Serve ossigeno, un giusto equilibrio di sali e nutrienti, e l’assenza di impurità, tutti fattori messi a rischio dal clima. Anche se queste coltivazioni aiutano l’ambiente, limitando fenomeni come le mucillagini, bastano poche anomalie climatiche a sconvolgere tutto. E quest’anno, purtroppo, non è stato il migliore.

A giugno il presidente del Consorzio molluschicoltori di Olbia, Raffaele Bigi, era ottimista: sembrava che la stagione avrebbe regalato una produzione record, di quelle che fanno sognare. Però poi il caldo e l’acqua troppo salata hanno ribaltato tutto, e il bilancio non è stato affatto roseo.

Caldo torrido e siccità non lasciano scampo

Ed è stato proprio questo caldo pazzesco, quest’estate, a creare i guai. Durante agosto, col mare che sembrava una pentola in ebollizione, c’è stata una moria impressionante: dentro il golfo, si è perso il 100% delle cozze di Olbia. Uno shock. E con l’assenza delle solite maestralate – che di solito rinfrescano e ossigenano l’acqua – la situazione è degenerata, tanto che in totale si parla di un danno da quasi 2 milioni di euro. E tutto questo per un ecosistema fragile che, ogni anno, sembra fare i conti con l’imprevedibilità del clima.

Di fronte a queste difficoltà, non resta che sperare in un aiuto concreto. Infatti, il consorzio ha deciso di chiedere il risarcimento per calamità naturale. Le aziende non possono farcela da sole, e questo tipo di problemi, senza supporto, rischia di far crollare un settore intero.

Cozze (Pixabay foto)
Cozze (Pixabay foto) – www.marinecue.it

La lentezza della burocrazia non aiuta

Qui subentra il nodo della burocrazia. Come spiega Bigi, le pratiche di risarcimento restano arenate nei meandri degli uffici, un problema che complica tutto e frustra gli operatori. È dal 2022, infatti, che aspettano di vedere qualche soldo per i danni passati. In più, ottenere anche i permessi per espandersi o per gestire le barche è un’impresa, e intanto i costi aumentano.

Per i mitilicoltori significa solo una cosa: andare avanti con le proprie risorse, finché queste non si esauriranno. Nonostante l’annata pessima, però, il consumo non cala; chi assaggia le cozze di Olbia apprezza ancora la qualità. Ma, chissà quanto durerà?