Mediterraneo, trasformazione in deserto | Un’enorme depressione salata: ecosistemi marini distrutti e specie terrestri estinte
L’evento che ha trasformato radicalmente il Mediterraneo in una depressione salata devastante per l’ecosistema e le specie marine.
Il Mediterraneo… quando pensi a questo mare, ti viene in mente una cartolina: spiagge dorate, acque tranquille, un orizzonte blu che sembra senza fine. E poi le sue coste così diverse: dall’Europa all’Africa fino all’Asia, tre continenti che si affacciano su un bacino piccolo, chiuso, ma pieno di vita.
È un mare che da millenni collega popoli, culture e – non da meno – una biodiversità che non trovi da nessun’altra parte. Ma che succederebbe se… be’, se tutto d’un tratto questo legame vitale con l’oceano s’interrompesse?
D’altra parte, questo mare così apparentemente pacifico e rassicurante, in realtà ha conosciuto crisi profonde, vere e proprie trasformazioni che l’hanno portato a un passo dal collasso. Gli scienziati, con i loro studi complicati e anni di ricerche, hanno scoperto segni inconfondibili di quando il Mediterraneo è stato quasi un deserto salato.
Queste storie ci svelano quanto questo mare sia fragile e al contempo adattabile, capace di risorgere più volte da situazioni estreme. Osservando le tracce lasciate nel sottosuolo, come gli enormi depositi di sale, si scoprono i segni di un evento eccezionale.
Crisi di salinità del messiniano
Circa cinque o sei milioni di anni fa, in un’epoca chiamata Messiniano, il Mediterraneo ha vissuto un periodo critico che ha un nome quasi da film catastrofico: la “crisi di salinità”. Praticamente, lo Stretto di Gibilterra si chiuse. La mancanza di scambio con l’Atlantico, insieme all’evaporazione continua, trasformò il mare in una specie di depressione salata gigantesca. Una visione da incubo per chiunque ami il mare!
Il risultato? Il fondo del mare emerse in buona parte, e quella vita marina così ricca scomparve in larga misura. Le coste, i fondali, le specie – tutto venne compromesso, e sulla terraferma persino animali che dipendevano dal mare per sopravvivere furono spazzati via. In certi punti, strati di sale e gesso si accumularono fino a un chilometro e mezzo di altezza. Una vera distesa salina che copriva il bacino da un capo all’altro.
L’inondazione zancleana e il ritorno del mare
Ma, per fortuna, questa “desertificazione” del Mediterraneo non durò in eterno. Dopo circa 700.000 anni, un periodo di tempo comunque lunghissimo, ecco che accadde qualcosa di straordinario, una svolta che gli scienziati chiamano “inondazione Zancleana”.
Lo Stretto di Gibilterra si riaprì, e le acque dell’Atlantico inondarono di nuovo il Mediterraneo. Un ritorno in grande stile, come in un film epico, che restituì vita a un bacino ormai quasi vuoto e lo trasformò di nuovo in quel mare che conosciamo e amiamo oggi.