Scontro tra Samoa e Nuova Zelanda | I danni ambientali al centro del dibattito dopo che una nave militare si è arenato al largo delle coste

Illustrazione di un mare inquinato (Depositphotos)

Illustrazione di un mare inquinato (Depositphotos FOTO) - www.marinecue.it

Scontro tra Samoa e Nuova Zelanda: I danni ambientali al centro del dibattito dopo che una nave militare si è arenata al largo delle coste.

Le conseguenze ambientali delle guerre e dei conflitti armati sono un tema sempre più urgente nel dibattito globale. Gli scenari di guerra non solo causano perdite umane, ma danneggiano anche gravemente gli ecosistemi. 

Le operazioni militari, inoltre, possono portare alla distruzione di habitat naturali. Le foreste, le barriere coralline e le zone umide subiscono danni irreparabili a causa della deforestazione, dell’uso di esplosivi e dell’installazione di basi militari. 

Un altro aspetto preoccupante è l’inquinamento causato dalle navi da guerra e dai sottomarini. Le fuoriuscite di carburante e le perdite di sostanze chimiche possono avere effetti devastanti sull’ambiente marino, alterando la qualità dell’acqua e minacciando la vita acquatica.

I danni ambientali causati dalla guerra richiedono un lungo processo di recupero e riabilitazione. Il ripristino degli habitat danneggiati e la bonifica dei terreni contaminati sono operazioni complesse e costose che richiedono tempo e risorse.

Un naufragio fatale

Il 5 ottobre, una nave della marina militare neozelandese, la Manawanui, si è incagliata e affondata nelle acque dell’isola di Upolu, nell’arcipelago delle Samoa. Durante un’operazione di perlustrazione della barriera corallina, l’imbarcazione ha urtato una secca, ma fortunatamente i 75 membri dell’equipaggio sono stati in grado di mettersi in salvo. Tuttavia, il governo samano ha sollevato preoccupazioni riguardo ai presunti danni ambientali causati dall’incidente, chiedendo un risarcimento alla Nuova Zelanda.

Attualmente, le operazioni di perlustrazione del relitto sono in corso, a 35 metri di profondità, per valutare l’entità dei danni e recuperare eventuali materiali fuoriusciti dalla nave. Si stima che tre container siano finiti in mare e, sebbene non si siano registrate fuoriuscite visibili, le correnti oceaniche potrebbero danneggiare la barriera corallina, aggravando la situazione. Le condizioni meteorologiche sono determinanti per avviare queste operazioni di recupero.

Mare inquinato per via di rifiuti e petrolio (Depositphotos)
Mare inquinato per via di rifiuti e petrolio (Depositphotos FOTO) – www.marinecue.it

Danni ambientali e reazioni locali

La Commissione per l’inquinamento marittimo delle Samoa ha dichiarato che circa 200.000 litri di carburante sono stati riversati in mare a causa del naufragio. Tuttavia, la ministra della Difesa neozelandese, Judith Collins, ha contestato questa affermazione, sostenendo che le perdite sono state minime e provenivano solo dai tubi di rifornimento. Nel frattempo, il capitano della Manawanui ha confermato che la nave trasportava 950 tonnellate di carburante al momento dell’incidente.

Le autorità samane hanno invitato i pescatori a interrompere le attività nella zona e a non consumare il pesce catturato. Questo ha sollevato preoccupazioni tra le comunità locali, che dipendono dalla pesca e dal turismo per il loro sostentamento. I pescatori di Tafitoala, ad esempio, hanno chiesto un risarcimento, evidenziando come la contaminazione dell’area comprometta le loro fonti di reddito. Alcuni residenti hanno segnalato pesci che odoravano di carburante e sostanze simili al petrolio, portando a una crescente preoccupazione per la salute pubblica e l’economia locale.