Il Mar Tirreno bersaglio di un nuovo virus pericolsissimo | ‘Stanno morendo tutti, è distruzione totale’: questo l’allarme lanciato dagli esperti
Un’emergenza ambientale senza precedenti: gli esperti avvertono su un virus che minaccia la vita marina e gli ecosistemi del Mar Tirreno.
Il Mar Tirreno, parte del mar Mediterraneo, si estende lungo la costa occidentale dell’Italia, toccando regioni ricche di storia, cultura e bellezze naturali. Le acque del Tirreno sono celebri per la loro biodiversità, ospitando numerose specie di pesci, molluschi e flora marina.
La salute del Mar Tirreno è fondamentale non solo per la vita marina, ma anche per l’economia delle comunità costiere che dipendono dalla pesca e dal turismo.
Il Mar Tirreno è un’importante via di comunicazione e commercio, con porti strategici come Napoli e Civitavecchia. Questa rilevanza economica aumenta la necessità di garantire un equilibrio tra sfruttamento e conservazione.
Svolge anche un ruolo significativo nella cultura e nelle tradizioni locali. La sua bellezza e la ricchezza delle risorse naturali hanno ispirato artisti, scrittori e poeti nel corso dei secoli.
L’allerta nel Mar Tirreno
Negli ultimi giorni, un’anomala mortalità di pesci ha destato preoccupazione lungo le coste calabresi del Mar Tirreno. Diverse specie, tra cui la cernia bianca, la cernia canina, il pesce civetta e il pesce balestra, sono state trovate morte in gran numero, sollevando l’allerta tra pescatori e scienziati. Questo fenomeno ha portato l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno a esprimere forte preoccupazione per la situazione. Gli esperti sono attivi nelle indagini per comprendere meglio l’entità dell’epidemia e le sue cause.
Le analisi condotte hanno portato alla luce la presenza di un agente patogeno noto come betanodavirus, responsabile dell’Encefalopatia e Retinopatia Virale (VER). Questo virus ha provocato danni considerevoli agli organi delle specie colpite, confermando la gravità della situazione. Tradizionalmente, la malattia ha interessato soprattutto le cernie, ma quest’anno ha colpito anche specie che fino a questo momento non erano state considerate vulnerabili, come il pesce civetta e il pesce balestra.
I fattori scatenanti
Un elemento cruciale che complica la gestione dell’epidemia è rappresentato dall’aumento delle temperature marine. Secondo il dott. Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa di Ittiopatologia dell’Izsm, lo stress termico causato dal riscaldamento delle acque potrebbe facilitare l’insorgenza della malattia. Questo aspetto è particolarmente preoccupante poiché persino i pesci adulti, normalmente più resistenti, hanno mostrato segni di vulnerabilità.
Inoltre, il possibile salto di specie del virus solleva ulteriori interrogativi sulle dinamiche dell’epidemia. La preoccupazione per il rischio elevato per gli allevamenti ittici è palpabile, poiché una gestione inefficace della situazione potrebbe portare a conseguenze disastrose per l’ecosistema locale e per l’economia delle comunità che dipendono dalla pesca. È fondamentale che le autorità e gli esperti lavorino insieme per monitorare e contenere il focolaio, affinché si possano adottare misure preventive efficaci.