Concessioni demaniali, l’Europa bacchetta l’Italia | Aperte centinaia di procedure: le associazioni di categoria insorgono mentre potrebbero perdere il loro lavoro
Concessioni demaniali, qual è la situazione in Italia e perché in Europa si stanno aprendo diverse procedure in merito?
L’Italia, come tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, ha l’obbligo di recepire e attuare le direttive comunitarie. Il rispetto degli impegni serve per mantenere l’equilibrio tra i Paesi e l’efficienza del mercato unico.
Violare queste normative comporta l’avvio di procedure di infrazione da parte della Commissione Europea, che possono culminare in pesanti sanzioni economiche. Il mancato rispetto degli impegni presi mina la credibilità del Paese sul piano internazionale.
Le direttive europee, come la Bolkestein, sono approvate con il coinvolgimento di tutti i governi nazionali e del Parlamento Europeo, quindi ogni Stato ha voce in capitolo durante la fase decisionale.
Una volta adottate, però, diventano vincolanti e devono essere implementate nel rispetto delle scadenze stabilite. La direttiva Bolkestein, emanata nel 2006, ha lo scopo di promuovere la libera circolazione dei servizi nel mercato unico europeo, eliminando protezionismi e favorendo una concorrenza leale. Essa impone agli Stati membri di aprire le concessioni pubbliche, come quelle sulle spiagge, a gare trasparenti. Cosa sta succedendo con i balneari?
Cosa dicono le direttive europee per le concessioni balneari
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha più volte ribadito l’obbligo per l’Italia di conformarsi alla direttiva Bolkestein, sancendo che le concessioni balneari non possono essere rinnovate in automatico. Nel 2023, la sentenza della Corte ha addirittura stabilito che lo Stato italiano può espropriare senza indennizzo le strutture costruite dai concessionari alla fine del periodo di concessione.
L’Italia rischia di essere deferita nuovamente alla Corte di Giustizia, con conseguenti multe, se non darà seguito agli impegni presi. La Commissione Europea ha già avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia nel 2020 e ha emesso un parere motivato nel novembre 2023, chiedendo chiarimenti al governo Meloni. Ora al centro del contendere ci sono 16 procedure d’infrazione, ma gli emendamenti presentati solo sulla questione balneari sarebbero 244 su 380.
Il delicato equilibrio tra politiche nazionali ed europee
Il governo italiano si trova in una posizione delicata: da un lato deve affrontare la pressione delle categorie professionali che si oppongono alla direttiva Bolkestein, dall’altro deve rispettare gli obblighi imposti dalle normative comunitarie.
Se l’Italia vuole evitare sanzioni e preservare la propria credibilità in Europa, deve trovare un equilibrio tra la tutela degli interessi locali e il rispetto delle regole del mercato unico. Le sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia dell’Ue indicano chiaramente che le proroghe concesse finora sono incompatibili con il diritto europeo.