L’Università di Udine ha fatto una scoperta sensazionale | Il mare friulano custodiva un tesoro inestimabile: il segno di una città storica perduta
L’Università di Udine svela una scoperta straordinaria. Nel mare friulano emerge un tesoro archeologico. Una città nascosta.
I mari e gli oceani, da sempre avvolti dal mistero, custodiscono al loro interno tesori sommersi che raccontano la storia dell’umanità. Tra i ritrovamenti più affascinanti vi sono i relitti di navi antiche, cariche di oggetti e manufatti che offrono una finestra su civiltà passate e su commerci lontani. Le acque, oltre a essere state testimoni di importanti battaglie, hanno anche protetto e nascosto per secoli tracce del nostro passato, rimaste intatte sul fondo dei mari fino a quando la moderna tecnologia ha reso possibile il loro ritrovamento.
Alcuni dei più significativi ritrovamenti riguardano antiche rotte commerciali, dove imbarcazioni affondate trasportavano carichi preziosi di spezie, monete e opere d’arte. Uno degli esempi più noti è quello delle navi greche e romane, rinvenute nel Mar Mediterraneo, che trasportavano anfore contenenti vino, olio e grano, ma anche oggetti di lusso come gioielli e ceramiche. Questi relitti rappresentano un’importante testimonianza delle antiche rotte commerciali tra l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa.
Oltre ai relitti di navi, un altro aspetto affascinante è il ritrovamento di intere strutture sommerse, come città o templi. Queste scoperte sono spesso legate a miti e leggende, come l’iconica Atlantide, e offrono agli archeologi l’opportunità di esplorare resti di civiltà scomparse. Le città sommerse nel Mediterraneo e nel Mar Nero, per esempio, sono state associate a fenomeni naturali come terremoti o inondazioni, che hanno inghiottito intere comunità.
La scoperta di tali reperti è resa possibile grazie ai progressi della tecnologia subacquea, che permette di mappare e esplorare il fondale marino con una precisione senza precedenti. Le tecniche moderne, come la scansione sonar e i robot sottomarini, hanno rivoluzionato l’archeologia subacquea, aprendo nuove frontiere nella ricerca storica e culturale.
Ritrovamenti nelle acque di Grado
Recentemente, un’importante campagna archeologica è stata condotta nelle acque di Grado, nel Friuli Venezia Giulia, dall’Università di Udine. Gli archeologi hanno recuperato diversi relitti navali e un’ara funeraria risalente al II secolo d.C., parte di una serie di ritrovamenti che gettano luce sul paesaggio archeologico dell’area tra Grado e Aquileia. Questi risultati sono il frutto del progetto “Aquileia Waterscape”, volto a ricostruire il paesaggio sommerso dell’antica periferia romana.
Tra i reperti più significativi, oltre all’ara funeraria, vi sono strutture monumentali sommerse e resti di navi che dimostrano l’importanza strategica e commerciale della regione in epoca romana. Il lavoro degli archeologi subacquei, supportati da studenti e tecnici, ha permesso di identificare e preservare questi preziosi tesori sommersi, che raccontano la storia di una zona ricca di scambi e di influenze culturali.
L’importanza del recupero archeologico
L’ara funeraria, recuperata durante le ultime immersioni, rappresenta un ritrovamento eccezionale, dato che monumenti simili erano stati individuati solo in passato, ma mai così ben conservati. Questo ritrovamento contribuisce a completare il quadro della vita e delle pratiche funerarie di epoca romana, fornendo nuove informazioni sulle comunità che vivevano lungo le coste dell’Adriatico. Il recupero di tali reperti offre nuove opportunità di studio e valorizzazione del patrimonio storico italiano, con l’obiettivo di preservarlo per le generazioni future.
L’importanza di queste scoperte va oltre il semplice ritrovamento materiale: esse permettono di ricostruire non solo aspetti della vita quotidiana e delle credenze religiose, ma anche i rapporti commerciali e culturali tra le antiche città costiere. Ogni reperto ritrovato contribuisce a riscrivere parti della storia locale, arricchendo la comprensione del territorio e delle sue trasformazioni nel corso dei secoli. Inoltre, l’analisi di questi manufatti può rivelare dettagli cruciali sulla tecnologia e sulle tecniche costruttive dell’epoca, offrendo nuove prospettive su come preservare e restaurare simili strutture storiche.