Una foresta invisibile si sta appropriando dei fondali oceanici: cos’è il fitoplacton e quali sono le conseguenze.
Il fitoplancton è costituito da minuscoli organismi vegetali che galleggiano liberamente negli oceani e nei corpi idrici del nostro pianeta. Questi microscopici esseri viventi svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema globale, essendo responsabili di circa la metà della produzione primaria terrestre. Attraverso il processo della fotosintesi, il fitoplancton converte l’energia solare e il biossido di carbonio in materia organica, producendo ossigeno come sottoprodotto. Questa capacità rende il fitoplancton essenziale non solo per la rete alimentare marina, ma anche per il mantenimento della vita sulla Terra, inclusa quella umana.
Oltre alla sua importanza ecologica, il fitoplancton gioca un ruolo cruciale nella regolazione del clima globale. Infatti, catturando grandi quantità di CO₂ dall’atmosfera, contribuisce a mitigare il riscaldamento globale. Tuttavia, i cambiamenti climatici stanno alterando in modo significativo il suo comportamento e la sua distribuzione, con conseguenze potenzialmente enormi per l’ecosistema marino e per la salute del pianeta.
Una recente ricerca ha portato alla luce nuovi dettagli sorprendenti sulla vita del fitoplancton negli oceani, specialmente in aree che stanno subendo un rapido riscaldamento. Lo studio, condotto dall’Università di Exeter e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, si è concentrato sul Mar dei Sargassi, una zona dell’Oceano Atlantico che ha visto temperature oceaniche in aumento negli ultimi decenni.
Il team di ricercatori ha analizzato il fitoplancton sia sulla superficie dell’oceano che in strati più profondi, scoprendo che questi due ecosistemi reagiscono in modo molto diverso alle variazioni climatiche. I dati raccolti nel corso di 33 anni di monitoraggio, nell’ambito del Bermuda Atlantic Time-series Study (BATS), hanno rivelato che, mentre la biomassa totale del fitoplancton del sottosuolo è aumentata in risposta al riscaldamento globale, il fitoplancton di superficie presenta segni di cambiamento significativi.
La ricerca mostra che il fitoplancton di superficie contiene ora meno clorofilla rispetto al passato, il che lo rende meno verde. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la biomassa complessiva del fitoplancton superficiale è rimasta stabile. Al contrario, il fitoplancton che vive in profondità, in condizioni di scarsa illuminazione, ha visto un aumento della propria biomassa.
Questo cambiamento è stato associato alla riduzione della profondità dello strato misto superficiale – una zona di turbolenza nell’oceano che favorisce lo scambio di nutrienti tra le acque profonde e quelle superficiali. Il riscaldamento dell’oceano ha contribuito a rendere questo strato più sottile, limitando la capacità di mescolamento delle acque e influenzando quindi il modo in cui il fitoplancton si sviluppa.
Uno degli aspetti più significativi dello studio è il riconoscimento dei limiti delle attuali tecniche di monitoraggio del fitoplancton. Johannes Viljoen, uno degli autori principali, ha sottolineato che la maggior parte delle osservazioni viene effettuata tramite satelliti, che possono raccogliere dati solo sulla superficie dell’oceano. Tuttavia, gran parte del fitoplancton prospera in profondità, dove la luce del sole non arriva e dove i satelliti non possono “vedere”.
Il fitoplancton di profondità, che prospera in condizioni di scarsa illuminazione, ha dimostrato di rispondere in modo diverso rispetto a quello di superficie. Questa scoperta mette in luce la necessità di un monitoraggio più completo ed efficace dell’intera colonna d’acqua, per comprendere appieno come il riscaldamento globale stia influenzando gli oceani.
I risultati dello studio hanno importanti implicazioni per l’intero ecosistema marino. Come spiega il coautore Bob Brewin, il fitoplancton costituisce la base della rete alimentare oceanica, e qualsiasi cambiamento nella sua biomassa o distribuzione potrebbe avere effetti a cascata su tutti i livelli della catena alimentare. Dallo zooplancton ai pesci, fino ai grandi mammiferi marini, ogni anello della rete trofica potrebbe subire le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.
Questo cambiamento non riguarda solo la biodiversità marina, ma anche il futuro della salute del nostro pianeta. Un fitoplancton sano e attivo è essenziale per il sequestro del carbonio e per mantenere in equilibrio il ciclo del carbonio globale. Senza un monitoraggio costante e accurato, potremmo non accorgerci dei cambiamenti che avvengono nelle profondità marine, rischiando di perdere importanti opportunità per contrastare il cambiamento climatico.
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