‘Missione compiuta, abbiamo abbattuto i sottomarini nemici’ | Sono bastate due ore per scoprire il misfatto: era soltanto povere creature marine indifese
In un contesto di guerra è facile confondere un nemico, soprattutto quando le immagini dei sonar non sono chiare.
L’uso dei sonar e delle tecnologie subacquee ha rivoluzionato le operazioni navali. Grazie a questi strumenti, oggi è possibile rilevare la presenza di sommergibili e altri veicoli marini con una precisione impensabile fino a qualche decennio fa. Nonostante i progressi, anche i sistemi più avanzati possono confondere la natura di ciò che viene rilevato. Gli animali marini di grandi dimensioni, come le balene, creano falsi segnali, portando i radar e i sonar a registrare presenze che possono essere scambiate per minacce.
Questo fenomeno non è limitato solo alle operazioni militari, ma si estende anche alla ricerca scientifica e all’esplorazione oceanica. Gli studiosi, che si affidano alle tecnologie per studiare i fondali e la fauna marina, devono fare i conti con la difficoltà di distinguere tra un organismo vivente e un oggetto inanimato. Queste complicazioni hanno portato a errori che in certi casi sono costati la vita a molte creature marine.
L’evoluzione delle tecnologie subacquee è stata lenta e complessa, e ancora oggi ci sono margini di miglioramento. La precisione degli strumenti può essere ingannevole, soprattutto quando si opera in ambienti marini densi e ricchi di biodiversità.
Poi c’è anche la questione dei fondali. Infatti, sul fondo del mare ci sono relitti di vecchie navi e carcasse di animali morti che possono crere delle immagini non veritiere. Così solo l’occhio esperto di un lupo di mare può fare la differenza nel leggere queste immagini.
Gli errori durante la guerra delle Falkland
Un caso emblematico di questi errori avvenne durante la guerra delle Falkland nel 1982. Le tensioni tra la marina britannica e le forze argentine portarono a uno scontro in cui la tecnologia sonar dell’epoca giocò un ruolo chiave, ma con conseguenze tragiche. Una delle navi della Royal Navy, la fregata antisommergibile HMS Brilliant, scambiò delle balene per sommergibili nemici e lanciò siluri contro di loro.
In un primo momento, i militari erano convinti di aver colpito dei nemici. Purtroppo, però, il sangue e le carcasse che salirono a galla confermarono che avevano colpito degli animali e non dei sottomarini avversari.
Il problema dei sonar e l’errore fatale
Questi tragici episodi furono causati dalla scarsa precisione dei sonar disponibili all’epoca, che non erano ancora in grado di distinguere con chiarezza tra un sommergibile e una balena, cosa che invece è possibile oggi.
Il risultato fu l’involontaria uccisione di specie protette, un errore che non venne reso pubblico fino al 2009, quando il governo britannico ammise finalmente gli incidenti. Purtroppo a farne le spese furono gli animali, che nulla poterono di fronte ai siluri.