Una fusione mai vista prima in mare | Questi due animali non sanno chi sono e diventano un tutt’uno: sono l’incubo dei pesci ossei

Medusa

Medusa (Pixabay Foto) - www.marinecue.it

Esiste una particolare forma di organismo capace di fondersi quando è ferito. Scopri tutti i dettagli dello straordinario fenomeno.

Creature dal fascino misterioso, i ctenofori sono organismi marini dall’aspetto quasi etereo, spesso confusi con le meduse per via della loro consistenza gelatinosa e dei tentacoli che fluttuano delicatamente nell’acqua. Tuttavia, a differenza delle meduse, questi esseri appartengono a un ramo evolutivo completamente diverso, uno dei più antichi ancora esistenti sulla Terra. La loro biologia e le loro caratteristiche comportamentali sono così peculiari che da sempre attraggono l’attenzione degli scienziati, desiderosi di comprenderne i segreti.

Una delle caratteristiche che rendono i ctenofori tanto unici è il loro modo di muoversi. Al contrario di molte creature marine che utilizzano contrazioni muscolari per spostarsi, i ctenofori sfruttano delle strutture chiamate “pettini” – file di ciglia battenti allineate lungo il loro corpo. Queste ciglia, in movimento coordinato, permettono loro di scivolare nell’acqua in modo fluido e silenzioso. Tale peculiarità li rende tra gli animali più eleganti dei mari, capaci di brillare grazie alla bioluminescenza, una luce prodotta naturalmente da alcune specie.

Ma il loro sistema digestivo, anch’esso molto particolare, li distingue ulteriormente. Al posto di un unico organo per la digestione, come nella maggior parte degli animali, i ctenofori possiedono una rete di canali che si dirama lungo il corpo. Questo permette loro di distribuire il cibo in modo efficace senza un vero e proprio stomaco centrale. Inoltre, il loro sistema nervoso, pur essendo considerato primitivo rispetto a quello di altri animali più evoluti, è straordinariamente complesso e suscita continue ricerche.

A livello evolutivo, i ctenofori rappresentano una sfida per gli scienziati. Il loro posizionamento sull’albero della vita è ancora oggetto di dibattito, con studi recenti che suggeriscono che potrebbero essere tra i primissimi animali a essersi differenziati dagli altri gruppi. La loro capacità di adattamento e la plasticità del loro corpo li rendono un esempio affascinante di come la vita possa evolversi in modi inaspettati, mantenendo comunque legami con forme ancestrali.

Una scoperta sorprendente sconvolge la biologia

Una recente scoperta ha fatto emergere un aspetto completamente nuovo della biologia dei ctenofori, aprendo una finestra su fenomeni ancora poco compresi. Il ricercatore Kei Jokura dell’Università di Exeter ha osservato un evento straordinario: due ctenofori feriti si sono fusi in un unico organismo. Questo fenomeno, che ricorda incredibilmente la fusione di Goku e Vegeta in Dragon Ball GT, ha sbalordito la comunità scientifica.

In 9 casi su 10, parti di ctenofori provenienti da esemplari diversi si sono unite senza mostrare segni di rigetto. Dopo la fusione, le due creature agivano come una sola, condividendo il cibo e reagendo agli stimoli in sincronia.

Meduse
Meduse (Pixabay Foto) – www.marinecue.it

Nuovi orizzonti per la comprensione dei sistemi biologici

Questo fenomeno ha sollevato interrogativi importanti riguardo al meccanismo di riconoscimento dei tessuti negli animali. A differenza della maggior parte delle specie, che possiedono meccanismi complessi per distinguere il proprio tessuto da quello estraneo, i ctenofori sembrano mancare di questo sistema. La loro capacità di fondersi senza alcuna incompatibilità ha portato i ricercatori a ipotizzare che possano essere privi del meccanismo che distingue tra “sé” e “non-sé”, una caratteristica sorprendente per un organismo così evolutivamente antico.

Inoltre, la perfetta integrazione dei loro sistemi nervosi dopo la fusione ha lasciato gli scienziati perplessi. I ctenofori fusi non solo reagiscono agli stimoli in modo coordinato, ma sembrano anche condividere un apparato digerente comune. Questa scoperta potrebbe aprire nuovi scenari nello studio della plasticità biologica e dei meccanismi di rigenerazione e fusione dei tessuti, contribuendo a una più profonda comprensione dell’evoluzione dei sistemi animali.