Un Galeone conteso in fondo al mare | Colombia, Spagna e Stati Uniti lo vogliono a tutti i costi: non hanno fatto i conti con indigeni ed archeologi

Relitto

Relitto (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

A San Josè è stato trovato un relitto che sta facendo discutere: ecco chi lo contende e quali sono i motivi.

Il fascino dei relitti ha sempre catturato l’immaginario collettivo, alimentando miti e leggende. Questi testimoni del passato, disseminati sui fondali marini, rappresentano finestre aperte su epoche lontane, eventi tragici e avventure che si sono concluse tra le onde. Spesso legati a battaglie, naufragi o semplici incidenti, i relitti sono intrisi di storia e mistero. Molti di essi sono rimasti nascosti per secoli, celando al loro interno tesori inestimabili non solo in termini economici, ma soprattutto culturali e storici.

La scoperta di un relitto non è solo una questione di avventura o di caccia al tesoro. Gli archeologi marini e gli storici vedono questi reperti come una preziosa fonte di informazioni sul passato. Attraverso il recupero e lo studio dei manufatti, si possono ricostruire intere civiltà, rotte commerciali e persino le vicende personali degli equipaggi che un tempo viaggiavano su quelle navi. Tuttavia, non tutti condividono l’idea che questi tesori debbano essere riportati alla luce.

Conservare i relitti dove sono stati trovati è una posizione sempre più diffusa tra gli esperti del settore. In molti sostengono che il valore di un relitto vada oltre i beni materiali che potrebbe contenere. L’azione del tempo e del mare ha trasformato questi relitti in cimiteri marini, luoghi di memoria che meritano rispetto. Spostare questi oggetti dal loro contesto originario può significare perdere la storia che li circonda, riducendo tutto a una questione di quantità e valore economico.

La difficoltà di esplorare i relitti aggiunge un ulteriore elemento di complessità. Non si tratta solo di immergersi nelle profondità oceaniche e recuperare reperti, ma di farlo con un approccio rispettoso e scientifico. Gli esperti devono bilanciare il desiderio di scoprire nuovi tesori con l’obbligo di proteggere ciò che rappresentano. Il mare, con le sue correnti e le sue creature, ha creato un ecosistema intorno a questi relitti che spesso è delicato e complesso, e ogni intervento deve essere studiato con attenzione.

Il mistero del San José

Tra i numerosi relitti che popolano i fondali del mondo, uno in particolare ha attirato l’attenzione di governi e studiosi: il San José. Questa nave, affondata nel 1708 al largo delle coste della Colombia, custodisce un tesoro stimato in miliardi di dollari. Oro, argento e gioielli sono solo una parte del carico prezioso che trasportava quando, durante una battaglia navale con gli inglesi, fu colpita e affondò con tutto il suo equipaggio. Un tesoro così ricco ha sollevato numerosi dibattiti e contese internazionali.

Il San José non è solo un tesoro materiale, ma anche un cimitero. Circa 600 persone persero la vita nell’affondamento e molti esperti, come l’archeologo marittimo Juan Guillermo Martin, ritengono che il relitto debba restare dov’è. Recuperare i beni, afferma, significherebbe disturbare i resti umani e privare il sito del suo contesto storico e archeologico.

Illustrazione di un relitto (Pixabay)
Illustrazione di un relitto (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Una battaglia per il controllo del tesoro

La storia del San José non è solo un caso di interesse archeologico, ma anche un campo di battaglia diplomatico. La Spagna, la Colombia, gli Stati Uniti e le comunità indigene rivendicano il diritto di reclamare il tesoro sommerso. Ogni parte sostiene motivazioni legittime: dalla sovranità nazionale ai diritti storici e culturali. La Spagna afferma che la nave appartiene ancora alla sua Marina, essendo stata una nave da guerra al servizio della Corona. La Colombia, invece, rivendica il diritto di gestione dei beni trovati nelle sue acque territoriali.

D’altro canto, le comunità indigene reclamano una parte del tesoro come compensazione per i secoli di sfruttamento coloniale. Gli Stati Uniti, attraverso società private di recupero, hanno cercato di inserirsi nel dibattito, proponendo soluzioni per il recupero del tesoro. Tuttavia, gli archeologi e i subacquei continuano a sostenere che il valore del San José non risieda nei suoi beni materiali, ma nella sua storia e nei resti umani che giacciono sul fondo del mare.