Il temuto pesce scorpione è arrivato in Italia | Se ti punge non hai tempo: è questo il giusto comportamento per evitare conseguenze nefaste

Un subacqueo e un banco di barracuda (Pixabay)

Un subacqueo e un banco di barracuda (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

Scopri cosa fare in caso di punture di pesci velenosi e come proteggerti. Il pesce scorpione non va sottovalutato.

Esistono diversi pesci che possono rappresentare una minaccia per i bagnanti a causa delle loro punture velenose. Tra questi, il pesce ago e il pesce pietra sono noti per il loro veleno potente. Le punture possono causare dolori intensi, gonfiore e, in alcuni casi, reazioni allergiche gravi.

Un altro esempio è il pesce palla, il quale contiene tetrodotossina, una sostanza estremamente tossica. Anche se non è noto per le punture, è importante fare attenzione durante la manipolazione, poiché il contatto può portare a seri problemi di salute.

Le razze, invece, sono famose per le loro spine velenose situate sulla coda. Una puntura può provocare dolore intenso e, se non trattata, può portare a infezioni o complicazioni più gravi.

E’ fondamentale sapere come comportarsi in caso di punture. Immergere la zona colpita in acqua calda e cercare assistenza medica immediata può fare la differenza. Prevenire è sempre meglio, quindi è consigliabile evitare aree note per la presenza di questi pesci pericolosi.

L’Arrivo del pesce scorpione in Italia

Negli ultimi anni, il pesce scorpione, noto anche come pesce leone, ha trovato habitat nelle acque italiane, diventando una minaccia crescente per gli ecosistemi marini locali. Questa specie, caratterizzata da una colorazione vivace e da aculei velenosi, è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2017, all’interno della riserva di Vendicari in Sicilia, grazie a un team di ricercatori. I biologi hanno avvisato della sua presenza anche nelle calde acque siciliane e del suo potenziale impatto devastante, simile a quanto già avvenuto nei Caraibi, dove ha causato danni ambientali e alla biodiversità.

Originario della regione indo-pacifica, il pesce scorpione prospera in ambienti di barriera corallina e fondali bassi. La sua introduzione accidentale nel Mar dei Caraibi nel 1992 ha portato a una rapida proliferazione, con conseguenze disastrose per le specie autoctone. Questo pesce è un predatore vorace, capace di depredare molte specie locali senza temere rivali, grazie ai suoi aculei velenosi che fungono da deterrente. La sua alta capacità riproduttiva e la tendenza dei giovani a migrare in nuove aree lo rendono difficile da controllare.

Immagine di un pesce scorpione (Wikipedia)
Immagine di un pesce scorpione (Wikipedia/Michael Gäbler FOTO) – www.marinecue.it

I rischi e le conseguenze dell’invasione

Le punture del pesce scorpione possono causare una serie di gravi effetti tossici, tra cui eritemi, nausea e convulsioni. Per chi viene colpito, è fondamentale rimuovere eventuali spine e disinfettare la ferita, immergendo l’area interessata in acqua calda per alleviare il dolore. Nonostante sia una specie commestibile, il pesce scorpione rimane pericoloso anche dopo la morte, poiché il suo veleno rimane attivo per 24-48 ore. È quindi essenziale maneggiarlo con cautela durante la preparazione culinaria.

L’invasione del pesce scorpione ha già mostrato effetti devastanti nel Mediterraneo orientale e potrebbe amplificarsi a causa del riscaldamento delle acque. Diverse iniziative sono state intraprese, come quelle a Cipro, per ridurre la popolazione di questa specie pericolosa. Le campagne di pesca mirate e i tornei organizzati hanno visto la partecipazione di molti volontari. Tuttavia, per contrastare efficacemente questa minaccia ecologica, i biologi avvertono che sarà necessario un intervento attivo e coordinato per preservare gli ecosistemi marini e le comunità di pescatori locali.