Rompighiaccio nucleari, quali sono le caratteristiche navali che rendono questi mezzi migliori rispetto a quelli tradizionali? Avere la posssibilità di solcare le acque ghaicciate è un’innovazione solo dell’ultimo secolo. Infatti, prima non era possibile raggiungere le rotte dove il ghaiccio è più esteso. I popoli allora preferivano attraversare il ghiaccio a piedi, oppure semplicemente certe zone del mondo non erano raggiungibili. La situazione cambiò drasticamente con l’arrivo dei rompighiaccio nucleari, che oggi vivono una seconda rivoluzione.
I rompighiaccio per definizione hanno delle caratteristiche tecniche ben diversi rispetto alle navi tradizionali. Infatti, la nave deve avere un motore più potente per dare una spinta tale da rompere il ghiaccio in profondità e uno scafo rinforzato, che consente di evitare eventuali guasti legati al ghiaccio che si sta rompendo. In più, la forma stessa dell’imbarcazione cambia completamente proprio per adattarsi a questo scopo. La nave non può essere leggera e non può essere estesa in lunghezza. Una volta rotto, il ghiaccio scende sotto la nave per via del suo peso e si allontana mentre il mezzo prosegue per la sua strada. Questo è il motivo per cui la prua è inclinata. Oltre al rinforzo, questo tipo di nave ha anche uno scafo resistente alle basse temperature.
I primi modelli per rompighiaccio nucleari risalgono all’Unione Sovietica, sulla spinta della necessità di passare per il Mare del Nod e garantire la possibilità di accesso in autonomia, cioè senza passare dalla terra. Negli anni Novanta, 50 carovane restarono intrappolate nel ghiaccio e non furono in grado di consegnare carico e cibo agli insediamenti. La rompighiaccio nucleare Lenin riuscì a inviare questi materiali preziosi grazie al motore a propulsione nucleare. Dal 2020 sono in servizio due delle quattro rompighiaccio nucleari di classe Arktika. Sulle prime erano ben 10 le navi mercantili russe di questa classe.
Le navi di questa serie hanno uno scafo esterno e uno interno. Nel mezzo tra i due scafi c’è una zavorra d’acqua, che agevola così i movimenti del rompighiaccio. I modelli hanno montati anche 2 reattori nucleari. Di norma si usa solo uno, mentre l’altro è in stand by. L’utilizzo di queste imbarcazioni è mercantile e scientifico soprattutto, ma sono mezzi completamente indipendenti per 70 anni una volta accesi.
La 50 years of Victory rientra nella serie Arktika. La nave inizia la sua attività con il varo del 2007, ma la costruzione risaliva all’ottobre del 1989. Una serie di problemi di fonanziamento costrinse a lasciar perdere nel 1994, per poi riprendere i lavori nel 2003. Anche in questo caso ci sono le due innovazioni principali dei rompighiaccio, come il doppio scafo e la prua a cucchiaio. La novità introdotta è la vernice polimerica per evitare attriti, utilizzata sullo scafo. Come nave di nuova concezione, la Voctory ha sistemi di controllo digitale automatizzati e un compartimento ecologico. In più, può essere una base per elicotteri sul mare. Anche in questo caso resta la configurazione a due reattori nucleari.
Una presenza pericolosa e delicata si trova all'interno di acque europee: la mossa che lascia…
L'Orient Express presenta la nuova frontiera del lusso: uno yacht superlativo pronto a solcare il…
I cittadini di Baku si sono trovati di fronte ad una scena surreale: un capodoglio…
E' terribile, "sembra" una macchina ed è pericolosa. Inutile dire che distruggerà tutto quanto ovunque…
Attenti al "vampiro dei mari": con occhi rossi come il fuoco e un liquido lucente…
Il confronto lascia sgomenti: determinate azioni dei cittadini ricchi inquinano più di quelle di una…