Non si è trattato di un naufragio’ | Così la Procura di Roma ha negato l’archiviazione per un mistero irrisolto da 5 anni: vuole vederci chiaro

Una barca dopo un nubifragio (Pixabay)

Una barca dopo un nubifragio (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

Un nuovo impulso alle indagini: nuovi elementi riaprono il caso della barca scomparsa nell’Oceano Atlantico.

Le scomparse di barche e i naufragi sono eventi drammatici che suscitano grande preoccupazione e interesse. Questi incidenti possono verificarsi per una varietà di motivi, tra cui condizioni meteorologiche avverse, guasti meccanici e errori di navigazione. 

Ogni anno, molte barche scompaiono nei mari e negli oceani, portando alla mobilitazione di operazioni di ricerca e soccorso. Le autorità marittime e le forze navali si attivano per cercare di localizzare le imbarcazioni scomparse e recuperare eventuali dispersi.

Questi incidenti non solo mettono a rischio la vita di chi è a bordo, ma lasciano anche famiglie e comunità in attesa di risposte e verità. La situazione è spesso carica di tensione e incertezza, poiché i familiari vivono giorni di angoscia nella speranza di ricevere notizie sui propri cari. 

La tecnologia moderna ha migliorato le possibilità di localizzazione e salvataggio, grazie all’uso di strumenti come il GPS e i sistemi di localizzazione d’emergenza. Tuttavia, le acque rimangono un ambiente insidioso e spesso imprevedibile.

La scomparsa della Bright e l’inizio delle indagini

Nel maggio del 2018, la misteriosa scomparsa della barca Bright, con a bordo Aldo Revello e Antonio Voinea, ha sconvolto le famiglie dei due marinai e ha dato il via a un’indagine lunga e complessa. Nonostante le ricerche condotte al largo delle Azzorre e l’attivazione del sistema di emergenza della barca, nessuna traccia dell’imbarcazione né dei suoi occupanti è stata ritrovata. La procura laziale, inizialmente convinta che il naufragio fosse causato dallo speronamento da parte di un cargo, ha lavorato su questa ipotesi per anni, senza però raccogliere prove sufficienti a confermare tale scenario.

Recentemente, nuove prove sono emerse grazie all’impegno dell’agenzia di investigazioni Reveles, che ha raccolto dettagli che potrebbero cambiare il corso dell’indagine. Tra questi, una fattura intestata a Voinea per il noleggio di un’auto a Lisbona nel 2020 e connessioni ai profili social dei dispersi avvenute dopo la loro scomparsa. Questi elementi hanno convinto il giudice del Tribunale di Roma a respingere la richiesta di archiviazione e a riaprire il caso, dando nuove speranze alle famiglie dei due uomini.

Illustrazione di un relitto (Pixabay)
Illustrazione di un relitto (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Nuovi indizi e ulteriori accertamenti

La decisione di approfondire l’indagine si basa su una serie di fatti che sollevano dubbi sulla teoria del naufragio. Oltre ai movimenti sui profili social di Revello e Voinea, un tablet, presumibilmente inviato alle famiglie da un ex convivente di Voinea, potrebbe contenere informazioni decisive per chiarire gli eventi. Inoltre, alcune chiamate senza risposta alla nonna di Voinea, avvenute nei giorni successivi alla scomparsa, alimentano ulteriormente il mistero.

Il giudice ha chiesto di ascoltare nuovi testimoni, tra cui un ex membro dell’equipaggio del Bright, che viaggiò con i dispersi fino a pochi giorni prima dell’incidente. Il suo racconto potrebbe fornire dettagli cruciali sullo stato dell’imbarcazione e sulle circostanze che portarono alla scomparsa. Con questi nuovi accertamenti, l’obiettivo è di mettere finalmente fine a un mistero che dura ormai da sei anni e di scoprire la verità su ciò che accadde davvero a Revello e Voinea.