Il riscaldamento globale ne combina un’altra delle sue | Ora c’é da cambiare tutte le mappe altimetriche: il livello del mare si alza sempre di più

Illustrazione del mare agitato (Pixabay)

Illustrazione del mare agitato (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it

L’innalzamento del livello del mare costringe a rivedere le mappe altimetriche, cambiando radicalmente la nostra comprensione delle coste e delle terre emerse.

Il livello del mare rappresenta la superficie media degli oceani e dei mari ed è utilizzato come riferimento per varie misurazioni geografiche. Questa superficie non è uniforme e subisce fluttuazioni a causa di diversi fattori, come la temperatura, la salinità dell’acqua e le correnti oceaniche.

Negli ultimi decenni, il livello del mare ha mostrato un incremento significativo. Questo fenomeno è legato principalmente a processi naturali, come l’espansione termica dell’acqua e lo scioglimento dei ghiacciai.

Per misurare il livello del mare, si utilizzano, sia satelliti equipaggiati con altimetri che monitorano il livello su scala globale che altre strumentazioni. 

L’innalzamento del livello del mare è una questione di crescente preoccupazione, poiché può causare inondazioni, erosione costiera e perdita di habitat. Le aree metropolitane costiere, in particolare, sono a rischio elevato, il che può mettere in pericolo milioni di persone e comportare danni economici significativi.

Il fenomeno dell’innalzamento marino

Il livello del mare rappresenta l’interfaccia tra l’acqua dei mari e degli oceani e l’aria sovrastante. Questo concetto, pur sembrando semplice, nasconde una complessità significativa. La superficie marina, infatti, non è uniforme e presenta fluttuazioni causate da diversi fattori. Tra questi, si possono includere le variazioni di temperatura e salinità dell’acqua, le anomalie gravimetriche dovute a una distribuzione irregolare delle masse rocciose, e le variazioni atmosferiche e delle correnti marine. Queste fluttuazioni rendono difficile definire un “livello del mare” costante, complicando ulteriormente la comprensione delle sue dinamiche.

Inoltre, il livello del mare subisce variazioni nel tempo, che si manifestano in diverse intensità e su intervalli temporali variabili. Le maree, ad esempio, provocano oscillazioni del livello marino che possono durare da pochi minuti a 24 ore, con variazioni anche superiori ai 15 metri in specifici contesti geografici. Tuttavia, per quanto riguarda i cambiamenti su scala globale, questi sono spesso associati a processi geologici e a modifiche ambientali che si estendono su periodi molto più lunghi, come nel caso della glaciazione e dello scioglimento dei ghiacciai.

Bassa marea in atto (Pixabay)
Bassa marea in atto (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Metodi di misurazione e cambiamenti recenti

La misurazione del livello del mare avviene tramite stazioni mareografiche, posizionate lungo le coste, che offrono dati in tempo reale. Questi strumenti tradizionali utilizzano dispositivi galleggianti che rilevano le variazioni della colonna d’acqua, ma i modelli più moderni impiegano sensori acustici e registrazioni digitali. Tuttavia, le condizioni locali come maree, sedimentazione, e attività umane possono influenzare significativamente i dati raccolti, rendendo difficile generalizzarli a livello globale. Di conseguenza, queste misurazioni sono frequentemente descritte come variazioni relative del livello del mare.

Per ottenere una visione più ampia, gli scienziati utilizzano anche l’altimetria satellitare. A partire dagli anni ’90, sono stati lanciati satelliti equipaggiati con altimetri radar e laser, capaci di misurare l’altezza della superficie marina. Questo metodo ha fornito dati cruciali, rivelando un incremento di circa 10 cm nel livello medio marino negli ultimi 30 anni. Le proiezioni future dell’IPCC suggeriscono che il livello del mare continuerà a salire, con potenziali conseguenze devastanti per molte aree costiere, minacciando così milioni di persone nel mondo.