Mare e rifiuti, dalla plastica all’alluminio stanno invadendo gli Oceani | È una corsa contro il tempo: i danni dell’uomo sono incalcolabili
Mare sempre più inquinato per via dei rifiuti che sono stati gettati negli anni. Qual è la situazione ora?
Gli ecosistemi marini hanno un ruolo cruciale nella regolazione del clima, nella produzione di ossigeno e nella biodiversità. L’attività umana ha introdotto una serie di minacce significative, tra cui l’inquinamento causato dai rifiuti. Quando materiali come la plastica, il vetro o l’alluminio finiscono in mare, le conseguenze possono essere disastrose e di lunga durata.
A differenza dei rifiuti biodegradabili, come la carta, i materiali plastici richiedono un tempo estremamente lungo per degradarsi, e spesso si frammentano in microplastiche che possono essere ingerite da specie marine. Questo crea danni non solo agli animali, ma anche agli esseri umani, poiché le microplastiche entrano nella catena alimentare e contaminano i prodotti ittici.
Le plastiche possono impiegare centinaia di anni a degradarsi, mentre il vetro e l’alluminio possono richiedere millenni. Questo significa che, una volta introdotti nell’ecosistema marino, questi materiali rimangono per decenni, causando danni che spesso non sono immediatamente visibili, ma che si accumulano nel tempo.
La quantità di materiali che finisce in mare è ancora allarmante. Migliorare la consapevolezza pubblica sull’importanza di ridurre il consumo di materiali inquinanti e di riciclarli correttamente è un passo fondamentale per preservare la salute degli oceani.
Le differenze nei tempi di degradazione
Uno degli aspetti più preoccupanti dell’inquinamento marino riguarda i tempi di degradazione dei rifiuti. Ogni materiale ha un ciclo di vita diverso, e una volta disperso nell’ambiente, può impiegare anni o addirittura secoli per scomparire. Una bottiglia di plastica può impiegare fino a 450 anni per degradarsi completamente in mare.
I materiali più resistenti, come il vetro o l’alluminio, rappresentano una sfida ancora maggiore. Il vetro, in particolare, può rimanere intatto per migliaia di anni, mentre una lattina di alluminio può richiedere oltre 200 anni per decomporsi. Questo crea un accumulo costante di rifiuti che, nel tempo, si trasforma in un pericolo per l’intero ecosistema marino.
L’impatto delle microplastiche sugli oceani
Una delle problematiche più gravi legate alla degradazione dei rifiuti in mare è la formazione di microplastiche. Questi piccoli frammenti di plastica, che derivano dalla disgregazione di materiali più grandi, possono impiegare secoli per degradarsi completamente. Nel frattempo, entrano nella catena alimentare, causando danni sia alla fauna marina che agli esseri umani che consumano pesce e frutti di mare contaminati.
In più, aumentano le specie in pericolo. Animali come le tartarughe, i pesci di piccoli dimensioni e i cavallucci marini rischiano il soffocamento legato all’assunzione delle microplastiche che non sanno riconoscere per istinto.