Tsunami di vaste dimensioni ha minacciato le coste | Una frana ha scatenato onde alte 200 metri: si è rischiato il disastro

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Un megatsunami (Pixabay foto) - www.marinecue.it

Un megatsunami quasi apocalittico ha quasi provocato un disastro di proporzioni bibliche, alzando onde oltre i 200 metri. 

Gli tsunami sono tra i fenomeni naturali più devastanti che possano verificarsi sulla Terra. La loro formazione è legata a una serie di eventi geologici, tra cui terremoti sottomarini, eruzioni vulcaniche e frane di enormi dimensioni. Quando si verifica uno tsunami, una massa d’acqua viene spostata violentemente, generando onde che possono viaggiare a velocità impressionanti e devastare le coste lontane dall’epicentro dell’evento.

Alcuni degli tsunami più distruttivi sono stati causati da terremoti sottomarini, come quello che colpì l’Oceano Indiano nel 2004, ma anche altri eventi possono innescarli. Un particolare tipo di tsunami, chiamato megatsunami, è ancora più raro e pericoloso, poiché l’onda iniziale può raggiungere altezze impressionanti a causa del crollo di grandi masse di terra o ghiaccio in mare. Questi eventi, per quanto spettacolari, si verificano spesso in aree remote e scarsamente popolate, rendendoli meno noti al grande pubblico.

Tuttavia, ciò che distingue i megatsunami dagli eventi più comuni è l’estrema forza con cui le onde si propagano. A differenza dei tradizionali tsunami, che hanno un’altezza d’onda relativamente moderata su grandi distanze, le onde generate da una frana o un’eruzione vulcanica possono essere alte centinaia di metri nel punto di origine, causando devastazioni locali senza precedenti.

Questi fenomeni, spesso collegati ai cambiamenti climatici e allo scioglimento dei ghiacciai, destano sempre più preoccupazioni tra gli esperti. Recentemente, è stato documentato un nuovo evento di questo tipo che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica internazionale.

Dall’analisi dei dati satellitari ai segnali sismici

Uno studio recente condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi ha analizzato un evento catastrofico avvenuto nel settembre 2023. Le immagini satellitari e i dati sismici hanno rivelato che una frana di enormi dimensioni si è staccata da una scogliera in una zona remota, generando un megatsunami. Le onde hanno raggiunto altezze iniziali di oltre 200 metri, un chiaro segnale della potenza distruttiva che un tale evento può innescare.

Questa frana ha provocato segnali sismici rilevabili in tutto il mondo, confermando l’enorme energia sprigionata. L’impatto iniziale ha dato origine non solo all’onda alta, ma anche a un fenomeno noto come sessa, un’onda stazionaria che ha continuato a oscillare per circa nove giorni, mantenendo alta l’allerta nella zona colpita. Il lavoro dei ricercatori è stato fondamentale per capire la dinamica dell’evento.

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Gli effetti devastanti di uno tsunami (Pixabay foto) – www.marinecue.it

Il megatsunami in una zona remota della Groenlandia

La zona in cui si è verificato questo megatsunami è il fiordo Dickson, situato nella remota Groenlandia nord-orientale. La frana ha spostato oltre 25 milioni di metri cubi di roccia, una quantità sufficiente a riempire circa diecimila piscine olimpioniche, generando onde devastanti che si sono propagate per chilometri. Nonostante l’area fosse disabitata, il fenomeno ha colpito un’installazione militare su un’isola vicina, causando danni significativi.

Fortunatamente, non ci sono state vittime umane, ma l’evento ha richiamato l’attenzione degli scienziati per il rischio che episodi simili possano ripetersi in futuro, soprattutto in regioni sensibili ai cambiamenti climatici, come la Groenlandia, dove lo scioglimento dei ghiacciai rende sempre più instabili i pendii rocciosi.