Nell’ultimo anno in diverse lagune del Nord Italia la pesca è stata ostacolata da un’invasione di granchi blu. Questa particolare specie animale, secondo le autorità, rischia di mettere in seria difficoltà l’economia di intere regioni. La forte e improvvisa presenza dei granchi blu in Italia è riconducibile al trasporto marittimo. Pare proprio che una cattiva gestione delle acque di zavorra abbia portato granchi blu nelle acque del Mediterraneo.
Il granchio blu è una specie di granchi originaria delle coste americane, precisamente quelle del versante Atlantico. Questa specie si riproduce molto velocemente e predilige l’acqua dolce dei fiumi. Come animale onnivoro si nutre di tutto ma in particolare la sua alimentazione comprende molluschi bivalvi. Sembra essere goloso di cozze e vongole ma mangia anche uova, crostacei e pesciolini di piccole dimensioni.
Molti animali vanno a caccia del granchio blu nel suo habitat naturale. I predatori più temuti dai granchi blu sono razze e squali. Dopo aver raggiunto le acque italiane, in assenza di tali minacce, è riuscito a riprodursi molto velocemente distruggendo la fauna locale e diventando così una specie aliena.
Per ragioni di stabilità, a bordo delle navi sono presenti zavorre di diversa entità e/o tipologia. La zavorra, che può essere fissa o mobile, rappresenta un ulteriore peso il cui imbarco serve per lo più ad equilibrare e bilanciare la nave in navigazione. La zavorra mobile è comunemente costituita da acqua di mare, imbarcata in specifiche casse presenti a bordo e poi scaricata quando perde di utilità.
È importante notare che sono le grandi navi da carico ad imbarcare maggiori quantità di acqua di mare. L’acqua però non è pura ma può contenere anche tracce animali come è avvenuto per il granchio blu. Plausibilmente, il granchio blu è stato imbarcato involontariamente da qualche nave commerciale prima di essere poi sbarcato nel Mediterraneo.
A bordo una nave deve avere dei sistemi per evitare di contaminare il porto di arrivo con l’acqua di zavorra prelevata altrove. Esistono varie tecniche per eliminare microrganismi che sfruttano una particolare tecnologia o ne combinano più. Tra i metodi maggiormente utilizzati per gestire le acque di zavorra elenchiamo:
Ai pescatori delle regioni colpite è stato consigliato di catturare il maggior numero possibile di granchi blu in modo tale da poter controllare la loro riproduzione. Nel delta del fiume Po però questa strategia è risultata inefficace. La caccia più ricca è stata in Veneto dove sono state catturate circa 326 tonnellate di granchi blu; delle quali 84 tonnellate a Scardovari e 29 tonnellate a Pila.
L’associazione di pescatori Fedagripesca-Confcooperative sostiene che i granchi blu hanno già causato un danno economico di circa 100 milioni di euro in tutta Italia. Hanno divorato circa il 90% delle vongole in fase di crescita nel delta del Po rallentandone così la riproduzione.
Anche l’associazione Coldiretti si è pronunciata in merito chiedendo sostegno al governo, definendo la presenza di questa specie una vera e propria calamità naturale. La presenza di così tanti granchi blu nel nostro ecosistema marittimo minaccia la sopravvivenza di circa 3000 aziende.
L’Italia ha già applicato diverse strategie per contrastare l’invasione di granchi blu e tutelare la biodiversità. Questi provvedimenti hanno come obiettivo quello di ridurre il numero degli esemplari presenti e limitarne la riproduzione. Oltre a stanziare fondi in questo senso, gli italiani sono incoraggiati a introdurre i granchi blu nella loro alimentazione. I pescatori hanno infatti iniziato a catturarli per rispondere alla nuova domanda dei consumatori.
Non tutti però considerano questa strategia efficace per risolvere il problema. Il presidente della Cia-Agricoltori italiani del Veneto Gianmichele Passarini in una dichiarazione ha affermato che per risolvere l’emergenza serve un programma più serio e soprattutto più rapido.
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