Sottomarino e sommergibile sono termini spesso confusi e considerati sinonimi, ma in realtà presentano alcune differenze importanti. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche che li distinguono e approfondiremo i dettagli di entrambe le imbarcazioni.
Un sottomarino è un tipo di imbarcazione che può muoversi sott’acqua e sulla superficie. È progettato per la navigazione subacquea prolungata e dispone di una struttura sigillata che permette all’equipaggio di sopravvivere alle pressioni dell’acqua. I sottomarini sono principalmente utilizzati per scopi militari, per l’esplorazione oceanica e per la ricerca scientifica. Un sommergibile è una variante di sottomarino progettata per operazioni subacquee più limitate. A differenza dei sottomarini, i sommergibili sono generalmente più piccoli e meno complessi. Vengono principalmente utilizzati per scopi commerciali, come la ricerca di giacimenti di petrolio o di gas sottomarini e la posa di cavi sottomarini.
I sottomarini sono dotati di un sistema di propulsione che consente loro di muoversi sia in superficie che in immersione. Sono in grado di scendere a profondità considerevoli e spesso utilizzano un sistema di piani di profondità per regolare la posizione subacquea. I sottomarini sono concepiti principalmente per operare in immersione, esplorando le profondità dell’oceano fino a qualche centinaio di metri. La loro forma è generalmente più arrotondata, quasi sub-cilindrica. Questa forma aerodinamica consente ai sottomarini di muoversi attraverso l’acqua, riducendo la resistenza idrodinamica. I sottomarini sono dotati di sistemi specializzati, come scafi resistenti alla pressione e sistemi di controllo della profondità, che consentono loro di operare in sicurezza a profondità significative.
I sommergibili sono solitamente più piccoli, più leggeri e meno costosi da costruire e mantenere rispetto ai sottomarini. I sommergibili commerciali sono dotati di apparecchiature specializzate per la ricerca e l’estrazione di risorse sottomarine. Sono adatti per operazioni che richiedono una discreta mobilità sia sulla superficie che in immersione. Non sono equipaggiati per missioni subacquee estese o per affrontare condizioni marine estreme.
Sia i sottomarini che i sommergibili sono dotati di una serie di tecnologie e sistemi specializzati per consentire la navigazione subacquea. Questi includono sistemi di propulsione, come motori diesel per i sottomarini, e batterie o motori elettrici per i sommergibili. Entrambe le imbarcazioni sono dotate di sistemi di ossigenazione, sistemi di controllo della stabilità, sonar per la rilevazione dei bersagli sottomarini e dispositivi di comunicazione avanzati.
I sommergibili funzionano con il principio dell’utilizzo di camere stagne per evitare l’affondamento immediato a causa della loro densità. Il loro funzionamento si basa sullo svuotamento o riempimento di acqua dei grandi compartimenti all’interno dello scafo. Questo permette loro di immergersi sotto la superficie del mare. Tuttavia, i sommergibili sono in grado di rimanere sott’acqua solo per brevi periodi di tempo, generalmente solo poche ore. Questo limite è dovuto alla limitata riserva di spinta, che rappresenta meno del 10% del peso totale dell’imbarcazione.
I sottomarini e i sommergibili svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca scientifica e nell’esplorazione oceanica. Grazie alla loro capacità di immergersi a grandi profondità, possono raccogliere dati preziosi sulle caratteristiche marine e studiare gli habitat sottomarini. Inoltre, i sottomarini scientifici consentono ai ricercatori di condurre esperimenti in condizioni di pressione e temperatura estreme, contribuendo alla nostra comprensione degli oceani e dei fenomeni marini.
Il concetto di sottomarino ha origini antiche, ma i primi studi teorici su una nave di questo tipo risalgono al XVI secolo con Leonardo da Vinci. Tuttavia, i primi tentativi pratici sono documentati nel 1620 grazie all’inventore olandese Cornelis Jacobszoon Drebbel e nel 1774 per merito dell’inglese John Day. Il primo sottomarino funzionante nella storia viene attribuito a J. P. Holland nel 1875. In Italia, il merito dello studio dei sommergibili va all’Ispettore del Genio Navale Giacinto Pullino, che progettò e costruì il primo sottomarino italiano chiamato “Delfino” nel 1889. Da allora, la tecnologia dei sottomarini ha fatto passi da gigante, portando all’introduzione dei moderni sottomarini dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La parola “sottomarino” oggi può essere utilizzata sia come aggettivo, indicando un oggetto che si trova sotto il mare, sia come sostantivo, riferendosi alle moderne imbarcazioni subacquee. I sottomarini sono considerati l’evoluzione dei sommergibili, in quanto sono in grado di navigare in immersione per lunghi periodi di tempo grazie a sistemi di propulsione avanzati, tra cui la propulsione nucleare. Con l’introduzione dei sottomarini, la tecnologia subacquea ha raggiunto nuove capacità operative, consentendo esplorazioni oceaniche più profonde e missioni militari complesse. Sia i sottomarini che i sommergibili continuano a evolversi, spingendo i limiti della scienza e della tecnologia per aprire nuove frontiere nella navigazione subacquea.
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