La Corea del Nord lancia un missile come avvertimento in seguito all’esercitazione navale che vede le forze USA insieme a quelle della Corea del Sud. La cooperazione tra le due nazioni evidentemente intimorisce Kim Jong-un il quale, già in passato, ha dimostrato evidente suscettibilità sulla questione. Secondo il Leader della Corea del Nord, queste esercitazioni sono preparativi a possibili invasioni nonostante le assidue smentite degli Stati Uniti.
L’esercitazione Reagan vede coinvolte le forze navali USA e quelle della Corea del Nord. Il nome deriva dalla portaerei a propulsione nucleare USS Ronald Reagan. Le prime esercitazioni della US Navy hanno avuto come oggetto la guerra antisom, dunque come comportarsi in caso di attacco da parte di sottomarini. L’esercitazione Reagan continua poi con le tattiche di difesa missilistica coinvolgendo anche le navi da guerra giapponesi e sudcoreane.
La Corea del Nord, come già abbiamo anticipato, è ossessionata dall’infondata supposizione di una possibile invasione militare. La risposta non tarda ad arrivare e già il 6 ottobre lancia missili balistici a ridosso del confine intercoreano. Non contento, Kim Jong-un ordina ad 8 caccia e 4 bombardieri di sorvolare l’area in formazione sempre nei pressi del confine. La Corea del Sud risponde facendo immediatamente decollare 30 aerei militari ma fortunatamente non ci sono stati scontri. La Corea del Nord si giustifica affermando di condurre esercitazioni a sua volta. Nel tentativo di interrompere definitivamente l’addestramento congiunto, la Corea del Nord lancia un missile balistico in mare nella giornata di domenica 9 ottobre.
A dare l’allarme è l’esercito sudcoreano. I capi di stato maggiore della Corea del Sud dichiarano infatti che la Corea del Nord lancia un missile nelle prime ore di domenica. La guardia costiera giapponese afferma poi di aver invitato le navi impegnate nell’esercitazione ad allontanarsi.
Per i nordcoreani la vicinanza della portaerei USA ha un forte impatto negativo sulla sicurezza del Paese. I test missilistici condotti in tale maniera sono dunque una reazione più che giustificata. In seguito all’ultima minaccia, la flotta ha abbandonato l’area portandosi in acque più sicure. L’esercitazione Reagan per adesso prosegue; l’ultima fase dell’addestramento con la marina sudcoreana è prevista sabato sperando che le minacce termino.
Come abbiamo anticipato, i vertici nordcoreani considerano le esercitazioni tra US Navy e Marina sudcoreana come preparativi ad una possibile guerra. Quanto detto ci fa capire il motivo di tanto impegno nel sabotare l’addestramento. La cooperazione tra i due “rivali” innanzitutto genera apprensione; a ciò si aggiunge l’impiego di mezzi strategici come la portaerei USS Ronald Reagan che rende il tutto più preoccupante agli occhi di Kim Jong-un. C’è da dire che sia gli Stati Uniti che la Corea del Sud hanno più volte negato l’intenzione di invadere le terre nordcoreane dimostrandosi per nulla interessate ad un conflitto armato.
La Corea del Nord non crede a queste parole e così si prepara da anni allo scenario peggiore. Un’ondata di test con missili balistici condotti dall’inizio del 2022 hanno dimostrato che è possibile colpire sia gli Stati Uniti quanto i suoi alleati, ovvero Corea del Sud e Giappone. L’arsenale di Kim Jong-un si espande sempre di più e punta ad ottenere il riconoscimento del suo Paese come “Stato nucleare legittimo” per evadere le pesanti sanzioni ONU.
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