Un rimorchiatore affonda al largo della Puglia. Secondo le nostre fonti, la nave battente bandiera italiana si trovava in acque croate. La nave di nome “Franco P.” ha smesso di galleggiare nella serata di mercoledì 18 maggio. Nonostante il maltempo, i soccorsi sono giunti sul posto intorno alle ore 21. Dal bollettino apprendiamo la morte di due persone ma il tragico bilancio potrebbe aumentare col proseguire delle ricerche.
La Capitaneria di Porto di Bari fa il possibile per rintracciare i dispersi, affiancata dalla Capitaneria di Porto di Ancona e da soccorritori croati. Questa notte è stato trovato senza vita un altro membro dell’equipaggio, portando a 2 il numero delle vittime. C’è qualche incertezza riguardo il numero dei dispersi giacché qualcuno parlava di 5 persone cadute in mare mentre per altri il conto è più elevato.
Sarebbero difatti 7 i marittimi di cui non si ha notizia, la maggior parte di nazionalità italiana. Fortunatamente il comandante del rimorchiatore è salvo. È un uomo di 63 anni siciliano, ora ricoverato presso il Policlinico di Bari.
A rallentare i soccorsi è il maltempo. La Guardia Costiera di Bari riporta un gravoso rallentamento dovuto a raffiche di vento molto intense. Le condizioni metereologiche hanno messo in difficoltà i soccorritori intenti a raggiungere il sito dell’incidente.
La Franco P. affonda in acque di competenza croata a circa 50 miglia dalla costa di Bari. Una volta sul luogo, sia mezzi civili che militari hanno dato il massimo per portare in salvo i feriti. Le ricerche continuano senza sosta sia per mare che per aria, grazie anche alle motovedette e ai velivoli delle forze armate.
Il rimorchiatore era partito da Ancona sulla rotta per l’Albania. La nave era diretta a Durazzo perché incaricata di rimorchiare un pontone. In seguito all’affondamento, il pontone è alla deriva al largo delle coste pugliesi. A bordo del galleggiante ci sono 11 persone che attendono l’aiuto da un altro rimorchiatore: proprio in queste ore dovrebbe raggiungere i naufraghi per riportarli a terra.
Difficile al momento stabilire con certezza le cause che hanno portato all’affondamento del rimorchiatore. Mentre scriviamo l’articolo, i soccorritori continuano senza sosta il loro lavoro. Un mezzo aereo ha individuato altri due corpi che al momento sono ancora da recuperare.
Aegis System è lo scudo della flotta NATO, capace di difendere gli alleati da minacce sia aeree che navali. In verità da molto tempo la Russia dimostra di essere in grado di superare i rivali nella produzione di missili sempre più devastanti. Risale agli anni ’60 la progettazione di un sistema missilistico russo che minacciò la US Navy per breve tempo. In risposta a ciò gli Stati Uniti s’affrettarono a produrre uno “scudo” che potesse difendere la flotta: nasce così Aegis System.
Da Odessa arriva l’allarme: i sonar russi uccidono i delfini. Secondo gli esperti, un particolare sonar installato sulle navi da guerra di Mosca fa strage di questi meravigliosi animali. Non sappiamo con certezza quanti delfini abbiano perso la vita perché gli scontri impediscono un’indagine accurata. Se da un lato i russi sfruttano l’intelligenza di questi animali, dall’altro lato li danneggiano e portano alla morte. Troppi delfini perdono la vita a causa di questo conflitto e l’ecologo di Odessa Ivan Rusev lancia l’allarme.
Dagli anni cinquanta ad oggi, l’impatto antropico sulla fascia costiera italiana è in continua crescita. Lo sfruttamento a cui tali aree sono sottoposte ha determinato un degrado della zona costiera e della fascia marina antistante. La contaminazione dei sedimenti marini non provoca soltanto l’inquinamento delle acque ma comporta anche un rischio per gli ecosistemi e per la salute umana.
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