Aegis System è lo scudo della flotta NATO, capace di difendere gli alleati da minacce sia aeree che navali. In un altro articolo abbiamo parlato dei missili ipersonici russi Kinzhal. In verità da molto tempo la Russia dimostra di essere in grado di superare i rivali nella produzione di missili sempre più devastanti. Risale agli anni ’60 la progettazione di un sistema missilistico russo che minacciò la US Navy per breve tempo. In risposta a ciò gli Stati Uniti s’affrettarono a produrre uno “scudo” che potesse difendere la flotta: nasce così Aegis System.
La necessità di un nuovo sistema antimissilistico si palesò durante gli anni della guerra fredda. La Russia progettò un missile antinave capace di sfrecciare a pelo d’acqua eludendo così i sistemi radar nemici. Nell’ottobre del 1967, la marina egiziana diede prova delle potenzialità del missile russo Styx distruggendo la nave da guerra israeliana Eliat. L’unità colpita affondò rovinosamente portando con sé 47 membri dell’equipaggio.
I radar dell’epoca non erano in grado di neutralizzare una minaccia simile, così gli USA si impegnarono nello studio di nuove e più efficienti contromisure. Nasce così Aegis System nel 1969, il cui nome riprende lo scudo divino di Zeus. Le prime soddisfazioni arrivarono già nel 1974 quando la USS Norton Sound riuscì ad intercettare bersagli aerei lungo il Pacific Missile Test Range. La USS Ticonderoga (CG 47) divenne il primo incrociatore missilistico della US Navy guidato con l’Aegis System nel 1981.
Rappresenta una svolta l’introduzione del sistema di lancio verticale MK-41 (VLS) di Martin Marietta che nel 1986 trasformò lo scudo in un’arma. Il VLS era in grado di lanciare una serie di missili di diverso tipo per neutralizzare altri missili in volo ma anche navi e sottomarini.
L’Operazione Desert Storm dimostrò in maniera inconfutabile quanto sia formidabile l’Aegis System. In quell’occasione l’incrociatore USS Bunker Hill seppe coordinare 26 navi da guerra e più di 300 aerei, guidando sia l’attacco contro le forze irachene che la neutralizzazione dei missili nemici. Lockheed Martin continua collaborare con la US Navy per migliorare il sistema.
Il presidente Obama delineò una nuova strategia per difendere l’Europa dagli attacchi missilistici iraniani a corto e medio raggio. La strategia difensiva vede protagonista proprio Aegis System. Ai sistemi navali si affiancano anche quelli terrestri: gli Stati Uniti hanno condiviso con gli alleati europei la più preziosa tecnologia difensiva a loro disposizione. Nel Mediterraneo già navigano navi da guerra AEGIS mentre Polonia e Romania ospitano un sistema di difesa AEGIS terrestre, soprannominato AEGIS Ashore.
Un radar convenzionale calcola la velocità e la direzione di un oggetto ad intervalli che vanno dai 10 ai 30 secondi. Aegis System, al contrario, riesce a monitorare in modo continuo gli obiettivi. Per farlo assegna ad ogni oggetto un valore di minaccia; a questo punto invia i dati ai computer di bordo affinché l’equipaggio possa intervenire con contromisure difensive. Jim Sheridan, direttore dello sviluppo AEGIS USN per Lockheed Martin, descrive così Aegis System:
“È una piattaforma multi-missione, in grado di gestire la guerra antiaerea, la difesa da missili balistici e la lotta anti-superficie e anti-sottomarino. Per quanto detto c’è molto interesse per AEGIS da parte dei nostri alleati”
Per fare tutto questo, Aegis integra un numeroso insieme di sottosistemi, quali radar, sistemi di simulazione e ovviamente di gestione armamenti e lancio missilistico. Come già visto con la USS Bunker Hill (ma esistono più esempi) Aegis System può coinvolgere nelle contromisure e coordinare altri mezzi navali e aerei. Attualmente, Australia, Spagna, Giappone, Norvegia e Corea del Sud utilizzano o stanno pianificando di implementare sistemi AEGIS a bordo delle loro navi da guerra.
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