La Russia sfodera una delle più potenti armi a sua disposizione, ovvero i missili ipersonici Kinzhal. In seguito all’affondamento dell’ammiraglia Moskva e l’incendio della Admiral Makarov, la Flotta del Mar Nero è in difficoltà. I droni ucraini hanno difatti approfittato della scarsa antiaerea navale nemica per distruggere più battelli russi. Questi ultimi risvolti hanno ancor più spinto Putin a ricorrere nuovamente ai devastanti missili ipersonici Kinzhal.
Un missile è definito “ipersonico” se raggiunge almeno cinque volte la velocità del suono. In pratica parliamo di esplosivi che viaggiano a 1,6 km al secondo! Tali armi hanno diversi vantaggi rispetti ai missili tradizionali, in primis l’elusione: viaggiando ad elevatissime velocità è molto complicato intercettarli. Inizialmente i missili ipersonici si dividevano in due tipologie:
I primi sono in genere piccoli quindi meno pericolosi se paragonati ai secondi. Rispetto a quelli da crociera, i balistici sono meno precisi ma più distruttivi, difatti appartengono a tale tipologia i missili con testate nucleari. I più recenti missili ipersonici nascono dalla combinazione di quanto appena presentato. Avendo i vantaggi di entrambe le tipologie, essi sono precisi quanto terrificanti.
Mentre la Russia e la Cina già dispongono di più sistemi missilistici ipersonici, gli USA sono ancora in fase di sviluppo. Quanto detto lascia intendere che i membri NATO non dispongono di tali armi anche se c’è l’impegno anche da parte di nazioni come Francia, Regno Unito e Germania.
Il giorno 1° marzo 2018, fu proprio Vladimir Putin a presentare i missili ipersonici Kinzhal durante il suo discorso alla nazione. “Kinzhal” in russo sta per “pugnale”: hanno una gittata di 2.000 km e sfrecciano ad oltre 12 km/s. Il Kinzhal appartiene ai HGV (Hypersonic Glide Vehicles sta per “veicoli a planata ipersonica”) ed è tra le armi più potenti dell’arsenale russo. È lungo 8 metri e viene lanciato dal caccia Mig-31K, appositamente pensato per l’uso dei i missili ipersonici Kinzhal, oppure dal bombardiere Tu-22M3, protagonista dell’attacco a Odessa.
Pesa oltre 4000 kg e può trasportare più testate, dalle convenzionali alle termonucleari. L’esplosivo raggiunge Mach 10 (tra i 12 e i 13 km/s) e muovendosi con una traiettoria irregolare è particolarmente insidioso. Sono sparati verticalmente e dopo il lancio e possibile manovrarli, in tal modo planano a gran velocità contro il bersaglio cambiando più volte traiettoria per eludere i radar nemici.
Non è la prima volta che i missili Kinzhal partecipano al conflitto. Il primo utilizzo risale al 19 marzo quando venne distrutto un deposito di munizioni sotterraneo. Dalle nostre fonti sappiamo che da quel giorno i missili Kinzhal non sono stati adoperati fino al 9 maggio.
Alle ore 22,30 del 9 maggio si riporta un attacco russo alla città Odessa. Il Centre for Defence Strategies afferma che i russi hanno lanciato missili ipersonici Kinzhal tipo Kh-47M2. Durante il bombardamento sono andati distrutti un centro commerciale e diversi edifici della zona centrale. Secondo i russi quelle strutture ospitavano mercenari e volontari. Anche il villaggio di Zatoka, nota meta turistica, subisce attacchi missilistici. I media locali riportano che ha perso la vita una persona mentre cinque sono i feriti.
Da Odessa arriva l’allarme: i sonar russi uccidono i delfini. Secondo gli esperti, un particolare sonar installato sulle navi da guerra di Mosca fa strage di questi meravigliosi animali. Non sappiamo con certezza quanti delfini abbiano perso la vita perché gli scontri impediscono un’indagine accurata.
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