Il giorno 19 aprile del 1992, il Challenger of Record dell’edizione del 1992 dell’America’s Cup e della Louis Vuitton Cup fa la storia. Il Moro di Venezia è la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup. Non è stato il primo sfidante Italiano a partecipare, infatti prima di esso ci furono due tornate di Azzurra, di Gianni Agnelli.
Il Moro di Venezia è stato figlio della mente del geniale Raoul Gardini. L’imbarcazione è una International America’s Cup Class, quindi un’imbarcazione da 25 metri, monoscafo. Queste imbarcazioni sono state l’evoluzione della classe 12 metri, con cui si era disputata l’America’s Cup fin dal 1958. Infatti, le competizione del 1992, la Louis Vuitton Cup, la Citizen Cup e la America’s Cup sono state le prime a utilizzare il progetto IACC, visto che la precedente classe era ormai considerata superata. Il Moro di Venezia faceva capo allo yacht club di venezia Compagnia della Vela. Il suo cantiere di costruzione è stato il veneziano Cantiere Tencara, che poi ha costruito negli anni 2000 anche un altro sfidante all’America’s Cup, il Mascalzone Latino.
Il nome dello sfidante e della barca, Il Moro di Venezia, viene dalla tradizione Shakespeariana. Infatti, il moro di venezia è proprio Otello, protagonista dell’oonima opera. La fama dello sfidante all’america’s cup, è dovuta principalmente a due motivi. Il primo è sicuramente dovuto al suo primato: essere il primo sfidante italiano a vincere la Louis Vuitton Cup. La vittoria verrà ripetuta solo due volte, sempre da Luna Rossa, una nell’edizione del 2000 e l’altra nella recente edizione del 2021. L’altro motivo è sicuramente la guasconeria di Raoul Gardini come skipper. A lui si deve l’uscita dal porto di San Diego, dove si è disputata sia la Louis Vuitton Cup che l’America’s Cup, del Moro di Venezia con in sottofondo l’aria di Puccini Nessun Dorma della Turandot. La vittoria della Louis Vuitton cup nel 1992 non sembrava sicura dall’inizio, infatti Il Moro di Venezia arrivò solo terzo alla fine del Round Robin, ma battè Nippon Challenge e Defi Française nelle semifinali, per poi vincere anche contro New Zealand Challenge nelle finali.
Le imbarcazioni del moro di venezia, o Moro Challenge, sono state 5, rispettivamente, ITA 1, ITA 7, ITA 15, ITA 16 e ITA 25. Quella che effettivamente gareggiò nella Louis Vuitton Cup e nell’America’s Cup è stata ITA 25, o Il Moro di Venezia V. Questa barca, dopo aver gareggiato ha avuto una lunga carriera, anche se la sua fine non è stata delle migliori. È stata acquistata da Paul Cayard, ex skipper della stessa barca, per far da lepre alla sua imbarcazione AmercaOne. Dopo di questo, passa per diverse mani prima di finire in mano a Bill Koch, dove torna a gareggiare in alcune gare tra cui l’America’s Cup Jubilee Regatta, in cui sfidò la America3 con cui aveva disputato l’America’s Cup del 1992. Al momento è in stato di semi abbandono nella proprietà di Koch.
La ITA 25, o Il Moro di Venezia V è stata l’ultima imbarcazione a essere stata costruita, e infatti venne varata direttamente a San Diego poco prima dell’inizio della Louis Vuitton Cup, nel dicembre 1991. Le prove in mare sono avvenute tra il varo e il 24 gennaio del 1992, giorno in cui è stata scelta questa imbarcazione per disputare la gara. La barca aveva una lunghezza leggermente minore di 23 metri, con una larghezza di cinque metri e mezzo. Aveva una superficie velica totale di 326.6 metri quadri, a cui poteva aggiungersi lo spinnaker, aumentando di ulteriori 490 metri quadrati la superficie velica.
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