Guerra Russia-Ucraina

Hetman Sahaidachny: ucraini costretti ad affondare l’ammiraglia

Secondo alcune fonti, il governo ucraino era intenzionato ad affondare la fregata Hetman Sahaidachny. Per alcuni si trattava solo di voci false e infondate dato il prezioso valore dell’unità per il Paese. La fregata Hetman Sahaidachny difatti ha l’onore dal marzo 2014 di essere la nave ammiraglia della marina militare dell’Ucraina.

Ad ogni modo gli esperti fecero notare che diversi motivi potevano giustificare l’affondamento ad opera della stessa Ucraina. Tra questi era plausibile il timore che la propaganda di Mosca sfruttasse la conquista della nave per accrescere il morale degli invasori.

Il giallo della fregata Hetman Sahaidachny

Qualche giorno fa apparivano le prime notizie riguardo l’affondamento volontario, da parte delle forze ucraine, della Hetman Sahaidachny. Secondo queste, la fregata sarebbe stata distrutta nelle acque territoriali ucraine per evitare che cadesse in mano ai russi. A confermare ciò fu l’agenzia Pravda, attualmente organo di stampa ufficiale del Partito Comunista della Federazione Russa.

Proprio perché fu quella agenzia a dare la conferma, la notizia venne accolta con un certo scetticismo. Durante la guerra sono molte le informazioni false che volutamente diffuse servono come strumento di propaganda. Si sapeva con certezza che l’ammiraglia era in fase di riparazione e potenziamento. Molto più plausibile appariva dunque l’ipotesi che l’unità fosse impossibilitata ad azioni belliche perché in attesa del completamento dei lavori.

Il mistero sulla fregata risolto dalla marina ucraina

I media ucraini riportarono che la fregata aveva subito diversi danni a causa di un bombardamento aereo. Il giorno 3 marzo 2022, appaiono sui social media le immagini della Hetman Sahaidachny abbattuta su un fianco. In seguito a queste foto, diede forza alla versione russa una pubblicazione indipendente che confermava l’affondamento. Dopo aver rimosso la bandiera ucraina, è stato dato ordine di affondare la nave per evitare che cadesse nelle mani del nemico.

La prova del nove giunge quando Oleksiy Reznikov, ovvero il ministro della Difesa ucraino, conferma le notizie. Tramite un rapporto di Interfax, il ministro racconta che la nave, già in fase di riparazione, è stata volontariamente allagata dal comandante per evitare di cadere nelle mani degli invasori. Reznikov scrive il seguente messaggio su Facebook nella giornata di venerdì:

“Il comandante dell’ammiraglia della marina ucraina eseguì l’ordine di affondare la nave in modo che la fregata Hetman Sahaidachny, in riparazione, non cadesse nelle mani del nemico. È difficile immaginare una decisione più difficile e coraggiosa per un militare ed un equipaggio”.

Twitter @GrangerE04117

Il triste destino della fregata Hetman Sahaidachny: la storia si ripete

Durante gli anni, la fregata Hetman Sahaidachny ha ben servito l’Ucraina. Varata il 29 marzo 1992, raggiungeva i 123 metri in lunghezza ed un dislocamento di 3500 tonnellate. Nel 2008 ha preso parte all’Operation Active Endeavour nel Mar Mediterraneo, promossa dalla NATO per ostacolare le forze terroristiche. Nel 2013 ancora una volta navigò accanto alle unità della NATO, partecipando all’Operation Ocean Shield, una campagna antipirateria al largo del Corno d’Africa.

Una gravissima perdita per le forze ucraine ma purtroppo tali scelte non hanno alternative. La storia è ricca di episodi simili, ovvero popoli che per difendersi distruggevano tutto ciò potesse avvantaggiare il nemico. Nel De Bello Gallico, Cesare racconta di tribù disposte a distruggere interi villaggi; gli stessi Russi incendiarono Mosca nel 1812 per sabotare la campagna di Napoleone. Molto più vicino, per date e similitudini, è l’affondamento della flotta nazista per evitare che ne beneficiassero gli Alleati. Calzante è l’esempio della corazzata tedesca Bismarck, pesantemente danneggiata dalla Royal Navy. Ancora a galla, il fiore all’occhiello della marina tedesca subì una sorte identica alla Hetman Sahaidachny: per evitarne la cattura nemica, l’equipaggio dovette infine affondare la propria nave.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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