Bronzi di riace: Una delle due statue potrebbe avere un nome
Nell’agosto del 1972, al largo delle coste del paese di Riace, in Calabria, un sub rinviene delle statue bronzee. Queste due statue passeranno alla storia come i Bronzi di Riace. Viste le circostanze del ritrovamento, le due statue sono passate per tre volte tra le mani dei restauratori negli ultimi cinquant’anni. Per quanto al momento della scoperta possano essere sembrate in un ottimo stato di conservazione, dopo secoli sott’acqua, il cambio di ambiente ha creato problemi. Anche la provenienza delle statue non è univoca. Per quanto secondo molti si tratti di un naufragio, non essendo state trovate tracce di navi, non è l’unica spiegazione.
Possibile origine dei Bronzi di Riace
Come già accennato in precedenza, la maggior parte degli studiosi ritiene che il gruppo dei Bronzi di Riace provenga da un naufragio avvenuto al largo delle coste di Riace. Però, non essendo stata trovata traccia della nave che avrebbe portato le statue, non è detto sia l’unica possibilità. Non bisogna dimenticare che il tratto di costa Jonica della Calabria è interessata dal fenomeno di Bradisismo. Questo fenomeno è un lento fenomeno di innalzamento e abbassamento del livello del suolo. Di conseguenza è possibile che i Bronzi di Riace fossero già esposti in un tempio o altra collocazione definitiva, e non nella stiva di un’imbarcazione.
Le statue sono state trovate già con i tenoni per gli ancoraggi alle basi di pietra. Questo significa che se fossero state in viaggio su un’imbarcazione, sarebbero già state esposte al pubblico. Il particolare dei tenoni ci permette di ricostruire la possibile data di naufragio della nave. Infatti, significa che le statue siano state trasportate come opere d’arte, e non per il loro significato precedente di Ex-Voto o di celebrazione del personaggio. Quindi risultano appartenere al periodo tra il I secolo aC e il I secolo dC, quando i romani si appassionarono all’arte greca.
Si sono formulate diverse ipotesi circa la provenienza e i personaggi ritratti nella scultura. L’unica certezza che si ha al momento è che i Bronzi di Riace siano statue risalenti al V secolo. Potrebbero però provenire dalla Grecia continentale come dalla Magna Grecia, oppure essere opere di maestranze etrusche. Inoltre, la speculazione sui personaggi ritratti non ha raggiunto consenso. Secondo alcuni potrebbe trattarsi di personaggi mitologici come di personaggi storici.
L’ipotesi più recente sull’identità della statua B
L’ipotesi più recente sull’identità della statua B dei Bronzi di Riace è stata pubblicata il 12 dicembre da uno studio del Professor Riccardo Partinico. A differenza delle precedenti ipotesi, che si basavano più su documenti antichi e ricerca della posa, questa si basa sull’aspetto fisico della statua. Infatti, secondo Partinico, la statua presenta delle particolarità che possono portare all’individuazione del soggetto. Infatti, per quanto le statue greche presentavano una notevole idealizzazione dei personaggi, vi era comunque un certo grado di somiglianza con il soggetto. Secondo Partinico, questa statua ritrarrebbe Pericle, il grande stratega e statista Ateniese del V secolo. Gli studi non sono stati solo anatomici, ma anche geografici e archeologici. Infatti, Partinico cita la forma della testa dello statista coincidente con quella della statua.
Il cranio è dolicocefalo, allungato esageratamente in senso antero/posteriore. […] Gli scritti di Plutarco “Vita di Pericle”, risalenti al I sec. a.C., raccontano delle dimensioni inusuali del cranio di Pericle, che, addirittura, divennero motivo di scherno per i commediografi dell’epoca
Professor Riccardo Partinico, al convegno di presentazione delle sue scoperte, 12 dicembre 2021
Perfetto in ogni parte del corpo, egli aveva la testa oblunga e sproporzionata ed è per questo che tutti gli scultori l’hanno raffigurato con l’elmo per evitare che la messa a nudo di tale difetto potesse far pensare che volevano schernirlo. I poeti attici lo chiamavano Schinocefalo, cioè “testa di cipolla marina“
Plutarco, Vita di Pericle, 3, traduzione di Mario Scaffiti Abbate
Inoltre, secondo lo stesso studioso, la terra di fusione asportata nei restauri degli anni ‘90 (per evitare problemi di corrosione), punterebbe a una realizzazione della statua in Grecia. Più precisamente in una zona tra Argo e Atene attorno al 430 aC.