Ieri sono stati sorpresi e bloccati due pescatori illegali a Civitavecchia con oltre 2000 ricci di mare. Fortunatamente la Guardia Costiera, che da sempre contrasta la pesca illecita in ogni sua forma, ha intercettato i due malfattori.
I pescatori devono per obbligo rispettare la vita che si svolge nei nostri mari. Limiti sul quantitativo di pesce che è possibile pescare fino ai blocchi della pesca, sono il minimo per salvaguardare la biodiversità. È evidente che questo fatto (come tanti altri) non è chiaro a tutti e pertanto i pesci che abitano i nostri mari sono costantemente minacciati.
Un ecosistema è fatto da più esseri viventi che interagiscono tra loro in maniera equilibrata. Quanto detto significa che di norma prede e predatori si autolimitano nella popolosità ma non si teme l’estinzione degli uni quanto degli altri.
La specie umana può inserirsi all’interno di questo equilibrio ma è suo dovere non alterarlo. Azioni scorrette possono produrre effetti devastanti che interessano un vasto insieme di specie, non dunque solo quella direttamente colpita.
Ci ritroviamo in un mondo all’estremo delle forze a causa di tanti e tanti anni di azioni sconsiderate da parte delle persone a danno dell’ambiente. A causa di ciò molte specie animali già sono scomparse e non torneranno mai più: occorre fare qualcosa per evitare ulteriori perdite.
È necessario dare ai pesci il giusto tempo per riprodursi e popolare il mare. Mettere in stand-by la pesca è un ottimo modo per permettere la ripopolazione dei mari sfruttati. Il governo, difatti, obbliga i pescatori a cessare l’attività in alcuni periodi dell’anno: questo è il fermo pesca.
Il fermo pesca da solo non basta, ecco perché esistono limiti sulle quantità che è possibile pescare. Queste ed altre misure, purtroppo, appena permettono la sopravvivenza nei mari perché tanti altri fattori sono in gioco.
Nonostante queste considerazioni non mancano i furbetti che invece di rispettare le leggi a riguardo pescano in maniera sconsiderata, facendola in barba allo Stato e agli altri pescatori responsabili. Malfattori come i due pescatori illegali prima citati, fortunatamente hanno vita breve perché la Guardia Costiera fa di tutto per contrastarli e consegnarli alla giustizia.
Chi commette questo reato, in qualsiasi sua forma, rischia l’arresto fino a 2 anni ed una multa di minimo 2.000 € ad un massimo di 12.000 €. A queste si aggiungono poi ulteriori sanzioni che vanno dalla confisca del pescato o degli attrezzi, fino alla sospensione o revoca della licenza. Sono finiti nei guai molti pescatori e difronte a tali punizioni, tutto apparivano fuorché furbi.
Nel pomeriggio del 7 dicembre 2021, la Guardia Costiera di Civitavecchia ha catturato due pescatori illegali. Questi avevano con sé più di 2.000 ricci di mare, ovviamente sequestrati dal Corpo delle capitanerie di porto.
Il riccio di mare è un prodotto molto richiesto e la Guardia Costiera svolge scrupolose attività di vigilanza proprio volte alla salvaguardia degli echinodermi. I due pescatori, di origine pugliese, vengono colti sul fatto presso Punta delle quaglie, località situata sul litorale del Comune di Tarquinia.
Appostati, i militari hanno intuito lo svolgersi del reato ed hanno poi fermato i due pescatori illegali attendendone lo sbarco. Quattro erano le ceste colme di ricci di mare e con esse la forza armata ha sequestrato anche l’attrezzatura da sub dei due.
I due pescatori illegali dovranno pagare sanzioni per un totale di 4.000 € con l’accusa di aver superato i limiti di pesca consentiti per la raccolta di echinodermi. Per bontà del caso, al momento del sequestro i ricci erano vivi, dunque è stato possibile restituirli al mare.
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