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Berkan B: La fine dell’epopea è arrivata, grazie al nuovo porto di ravenna

La motonave Berkan B è in corso di rimozione dal suo luogo di dimora da ormai una decina d’anni. Il porto di ravenna ha infatti ottenuto il diritto a rimuoverla. Infatti questo relitto (non si può parlare di nave da diversi anni) è nella zona del porto che va liberata per la costruzione del nuovo Ravenna Port Hub. Di consegunza, si è finalmente riusciti a procedere con la rimozione e il riutilizzo dei materiali. Non è un’operazione cominciata da poco, in quanto una prima parte era già stata rimossa tempo addietro.

Il relitto della Berkan B in fase di rimozione. Fonte: Porto di ravenna/Fagioli

La storia della Berkan B

La Berkan B era una nave di dimensioni ridotte, una via di mezzo tra le small bulk carriers e le Handysize bulk carriers. Infatti, con i suoi 108 metri di lunghezza per 17 di larghezza, può essere considerata una piccola nave. Era una portarinfuse destinata al trasporto di merce solida. Non si tratta di una nave particolarmente giovane, in quanto la data del varo è, secondo i documenti, attorno al 1984. La Berkan B batteva bandiera panamese, ma la proprietà era di società e armatore turchi. Entrerà diverse volte nella cronaca locale e nazionale da quando è entrata nel porto di Ravenna. Il suo armatore era insolvente verso tutti, dalle banche all’equipaggio. Quando è entrata in rada al porto di Ravenna, l’armatore l’ha abbandonata.

Il relitto della Berkan B prima della rimozione. Fonte: Il Resto del Carlino

È rimasta in rada fino a quando i marittimi imbarcati sono rimasti senza cibo né acqua. Da lì, per ordine del capitano del porto, i piloti l’hanno rimorchiata all’interno del porto. Lì è rimasta da quando è stata posta sotto sequestro. Nel 2017, per via dell’occupazione della banchina da tempo, l’autorità giudiziaria ha dato ordine di smantellare la nave. Invece di trasportare la Berkan B al traino fuori dal porto e in un bacino per lo smantellamento, si è deciso per lo smantellamento in sede. Le autorità hanno preso questa decisione per via degli organi di timoneria rotti da anni, che avrebbero richiesto un lungo e costoso lavoro di riparazione.

Il primo tentativo di smantellamento

Nel 2017 in un’asta giudiziaria vendono la nave Berkan B. L’acquirente non la comprò per sanare i difetti di navigabilità quanto per essere distrutta e riciclare il rottame di ferro presente. Come già detto, l’opzione di trasportarla a un bacino di carenaggio era troppo costosa. Oltre al costo economico, non va dimenticata la pericolosità di rimorchiare una nave ferma in porto da sei o sette anni senza neanche la manutenzione ordinaria. Di conseguenza si decise di smontarla direttamente alla banchina a cui era ormeggiata. Le prime operazioni di rimozione della sovrastruttura andarono bene, o non si verificarono problemi. Quando si stava procedendo al taglio delle lamiere, la nave si è spezzata in due, probabilmente a causa del suo precario stato già sette anni prima.

Il problema si fece più grave quando dal relitto uscirono liquidi oleosi. Infatti, vicino al porto di Ravenna vi sono aree ad alto interesse naturalistico. Di conseguenza, si è dovuto inizialmente bonificare la zona, e la nave è rimasta all’ormeggio nello stesso luogo semiaffondata e divisa dal resto dell’acqua. Non bisogna dimenticare che la nave era ormeggiata ai cosiddetti “piomboni” uno dei canali del porto. Lì vicino vi è la Piallassa, un’area naturale del comune di ravenna e della regione Emilia Romagna. Quindi questo sversamento poteva provocare un grave disastro ambientale.

La rimozione finale e l’epilogo della Berkan B

L’epilogo di questa nave è arrivato nel 2021. Dopo tre anni di fermo volti ad accertare responsabilità all’interno del porto di Ravenna e di un altro anno per problemi legati al Covid, finalmente si è riusciti a chiudere la storia legata alla Berkan B. Infatti, una gru della ditta Fagioli, specializzata in trasporto e movimento di carichi ingombranti, ha sollevato il primo troncone della nave il 13 settembre 2021. Vista la complessità del sollevamento, vi sono state alcune prove prima di procedere alla rimozione.

Per molti questo recupero è simile a quello del relitto della Costa Concordia. Difatti i due relitti si trovano in zone ad alto interesse naturalistico. Questo ovviamente complica non poco le già complicate operazioni di rimozione di un relitto. Bisogna infatti evitare ad ogni costo possibili inquinamenti ambientali.

Alessandro Mantani

Sono uno studente di ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano. Appassionato di tutto il mondo marino sin da piccolo, dalle barche a vela di piccole dimensioni alle gigantesce petroliere.

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