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Trovato l’enorme fossile marino vissuto oltre 500 milioni di anni fa

Gli studiosi canadesi hanno trovato l’enorme fossile marino che meraviglia il mondo. Senza ombra di dubbio l’animale così conservato apparteneva al periodo Cambriano, vissuto quindi oltre 500 milioni di anni fa. Scoperte simili sono sensazionali e questo perché è nel Cambriano che la vita sul nostro pianeta inizia a modellarsi.

Animali vissuti in quel periodo sono gli antenati di quelli che attualmente vivono insieme a noi. Detto questo è facile comprendere che lo studio di tali fossili è imprescindibile per sapere di più sulla creazione e l’estinzione di specie antiche. L’animale in questione appartiene ai radiodontos ma sulla specie ci sono state fin dal principio forti incertezze. Nasce così una nuova specie chiamata “Titanokorys gainesi”.

I paleontologi che hanno trovato l’enorme fossile marino

Sono i paleontologi del Royal Ontario Museum, in Canada, a fare una scoperta sensazionale. Hanno trovato l’enorme fossile marino nel Canyon Marble del Parque Nacional Kootenay. Lì c’erano infatti diversi resti ed i ricercatori hanno provato a fare chiarezza.

Dopo attente valutazioni è confermato che quei resti erano di un vero e proprio gigante degli antichi oceani. L’animale in questione è un predatore preistorico appartenente ad una specie ancora non completamente definita di Titanokorys.

Trovato l’enorme fossile marino non resta che studiarlo

Subito dopo aver trovato l’enorme fossile marino, i ricercatori hanno condotto analisi per capire a quale specie preistorica appartenesse. Con certezza possiamo dire che rientra nei Titanokorys, ovvero antropodi preistorici noti come radiodontos.

L’animale è sicuramente vissuto nel periodo Cambriano, quindi tra i 540 e 485 milioni di anni fa. A quel tempo, i particolari scambi di ossigeno tra fondali e superficie avrebbero un ruolo da protagonista nella creazione della vita. Il Cambriano fu decisivo per la diversificazione di specie e influenzò la biodiversità per milioni e milioni di anni. Nonostante fu un periodo relativamente breve se confrontato con gli altri, durante il Cambriano gli oceani si popolano come non mai. In questo periodo molti animali cominciarono ad acquisire caratteristiche diverse, gli uni dagli altri, così come tanti altri scomparvero lentamente. È nel Cambriano che nacque la maggior parte degli antenati animali, generando la fauna che noi oggi conosciamo.

I Titanokorys sono tra i primi predatori conosciuti ed il loro studio è fondamentale per la formazione delle diverse specie di animali sul nostro pianeta. Anche se sono davvero antichi, pare che questi animali siano parenti lontani degli antropodi che oggi abitano gli oceani così come di altre specie. Secondo alcuni, fossili come questo potranno chiarire come è avvenuta la divisione animale nei vari phyla.

Il fossile è uno dei più grandi scoperti fino ad ora!

I paleontologi che hanno trovato l’enorme fossile marino probabilmente non credevano ai loro occhi dinnanzi ad un reperto così sensazionale. A destare meraviglia è innanzitutto il fatto che non è possibile definire univocamente la specie di appartenenza. La specie è quindi considerata come nuova e battezzata Titanokorys gainesi.

Altro strabiliante elemento è la dimensione del reperto. Jean-Bernard Caron è il coautore della ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science. Secondo lo scienziato, l’esemplare ritrovato è un gigante degli antichissimi oceani. Gli animali preistorici di quel tempo raggiungevano qualche centimetro di lunghezza; il Titanokorys gainesi è invece lungo mezzo metro.

“Le dimensioni di questo esemplare sono in assoluto incredibili: è uno dei più grandi animali vissuto nel Cambriano mai trovati”.

I ricercatori che hanno trovato l’enorme fossile marino e lo hanno studiato descrivono l’animale come segue. Il Titanokorys possedeva una bocca circolare e dotata di denti. Aveva artigli sul lato inferiore del capo con cui catturava le prede, una corazza molto simile alle conchiglie e pinne per muoversi in acqua.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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