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L’iceberg tagging in Groenlandia per studiare lo scioglimento dei ghiacciai

L’ONR guida le fasi di iceberg tagging in Groenlandia per comprendere quello che sta accadendo ai ghiacciai. Lo scioglimento dei ghiacci è forse il dramma più evidente causato degli effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta.

Una flotta di navi e droni per l’iceberg tagging in Groenlandia

Per l’iceberg tagging in Groenlandia serviranno più navi che faranno da base ad una flotta di veicoli unmanned (UAV) ovvero mezzi privi di pilota. I droni avranno come obiettivo quello di installare tag GPS sugli iceberg nei pressi di Disko Bay, Groenlandia.

I tag GPS forniranno la posizione precisa degli iceberg. Enormi masse di ghiaccio, a causa dei cambiamenti climatici, si separano da corpi maggiori e si muovono alla deriva. Diventa fondamentale allora comprendere come tali iceberg si spostano negli oceani e soprattutto quali sono i reali impatti del clima su di essi.

Per l’iceberg tagging in Groenlandia partecipano più nazioni

Partecipano nelle operazioni di iceberg tagging in Groenlandia gli Stati Uniti, il Canada e la Danimarca. La collaborazione internazionale è senza precedenti, organizzata nell’ambito dell‘International Cooperative Engagement Program for Polar Research (ICE-PPR), un Memorandum of Understanding (MoU) della durata di 25 anni per promuovere il coordinamento e la collaborazione tra le nazioni con possedimenti nel Polo.

Agli equipaggi è affidato l’incarico di raccogliere dati sulla deriva ed il decadimento degli iceberg. Solo grazie a queste informazioni sarà possibile migliorare i modelli per lo studio di tali fenomeni. I dati in tempo reali sono pubblici e condivisi sul sito del International Arctic Buoy Programme. La piattaforma messa a disposizione aiuterà le navi in transito negli oceani a rilevare la posizione degli iceberg ed evitare così pericolosi sinistri marittimi.

Una nave speciale per una missione importantissima

La Danimarca mette a disposizione la nave Ejnar Mikkelsen (P-571), incaricata dal Danish Joint Arctic Command per supportare le ricerche scientifiche. La nave della marina danese navigherà nelle acque della Groenlandia occidentale per dieci giorni.

Il team scientifico è guidato dall’Office of Naval Research (ONR) Global e dall’International Engagement Office; è inoltre supportato attivamente delle università di Washington, Colorado, Kansas e Maryland. Elicotteri del tipo hexacopters ed octocopters faranno il grosso del lavoro di iceberg tagging in Groenlandia. I velivoli poseranno i tag GPS sugli iceberg che, etichettati, saranno rintracciabili dai satelliti. John Woods, responsabile del progetto, è soddisfatto della grande cooperazione tra l’equipaggio della nave ed il team scientifico:

“L’Ejnar Mikkelsen ha dimostrato di essere una piattaforma eccezionale per questo tipo di lavoro UAV e il suo equipaggio opera con grande professionalità in acque colme di iceberg”.

La Danimarca ed il suo impegno nella ricerca

A bordo dell’Ejnar Mikkelsen c’è un equipaggio di 20 persone che pattugliano l’Artico con continuità. Quale nave poteva essere adatta ad una tale missione se non questa? Gli scienziati si trovano a loro agio a bordo della Ejnar Mikkelsen ed il merito è dell’impegno costante della marina danese nella ricerca scientifica. Ogni estate, infatti, la Marina danese sostiene gruppi di ricerca che si occupano di geologia, biologia, geofisica, oceanografia e meteorologia!

Søren Dreijer, comandante tenente ed ufficiale esecutivo della nave Ejnar Mikkelsen, sottolinea la dedizione della Marina danese al supporto della ricerca scientifica.

“Le navi della Marina danese operano in Groenlandia ogni anno per supportare un’ampia varietà di istituti di ricerca.  Alcune delle ricerche hanno un legame diretto con l’attività navale ed è quindi un ottimo modo per la Marina di partecipare e beneficiare della ricerca scientifica. Il moto ed il comportamento del ghiaccio nelle acque groenlandesi è da sempre una sfida e tutto ciò che possiamo imparare a riguardo vale ogni sforzo”

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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