La Nasa pubblica uno strumento interattivo: una mappa del livello dei mari previsto dal 2020 al 2150. Facile ed intuitivo, il tool permette a chiunque di comprendere cosa ci aspetta nel futuro. L’idea è quella di rendere sempre più partecipi ed informate le comunità (soprattutto costiere) riguardo ciò che accade sul nostro pianeta.
La Nasa aveva già reso disponibile la mappa che mostra gli incendi nel mondo. Il tempo è scaduto e non si può fare altro che cercare di ridurre i danni al minimo possibile. Lo scorretto sfruttamento di risorse naturali e l’inquinamento hanno reso il nostro pianeta instabile e gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai tangibili. Il pianeta è in fiamme ma non è l’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci. Possiamo ancora fare qualcosa, ecco perché è imperativo divulgare informazioni e mettere tutti al corrente del disastro imminente.
I dati raccolti dalla Terra e dai satelliti nello spazio hanno permesso la creazione di questa mappa. Grazie agli studi dell’IPCC, è stato possibile simulare l’impatto dei cambiamenti climatici negli anni. Per accedere alla mappa del livello dei mari basta un click qui. Appare immediatamente una carta che mostra appunto il livello dei mari attraverso le decadi che vanno dal 2020 al 2150. L’interfaccia è davvero semplice da usare ma conserva il carattere scientifico.
Oltre a fornire immagini sull’innalzamento del livello del mare nei prossimi decenni, lo strumento permette di concentrarsi sugli effetti dei diversi processi che determinano l’innalzamento del livello dei mari. Questi processi includono lo scioglimento dei ghiacciai e la modalità con cui le acque oceaniche variano per circolazione e riscaldamento.
La mappa del livello dei mari mostra una previsione riguardo i possibili livelli futuri del mare in diversi scenari che variano per emissioni e natura socioeconomica. I tre scenari diversi sono:
Nello scenario Low-emissions, la previsione tiene conto di una riduzione generale delle emissioni. Abbattendo la produzione di gas inquinanti che influiscono sull’effetto serra, gli effetti del cambiamento climatico a cui andremmo incontro sono i meno pericolosi. Business as usual è invece la previsione basata sui dati attuali, tenendo cioè conto delle emissioni prodotte nel presente senza riduzioni o aumenti. Accelerated emissions è lo scenario peggiore previsto. Se l’inquinamento aumentasse, gli effetti sarebbero catastrofici per le comunità costiere, del tutto impreparate alla rapidità con coi i mari inghiottirebbero i litorali.
Nadya Vinogradova Shiffer copre il ruolo di program scientist and manager per la NASA. La dottoressa, la quale dirige il team NASA’s Sea Level Change, è più che soddisfatta del risultato. La mappa è un utile strumento alla portata di tutti che introdurrà le persone alle più recenti scoperte sul cambiamento climatico. È la prima collaborazione data-delivery tra la IPPC ed un’agenzia federale. Quanto fatto spiana la strada ad altre iniziative come questa nel futuro; chiunque potrà informarsi ed apprendere facilmente anche nozioni complesse:
“Tali informazioni sono fondamentali per migliorare la resilienza nei confronti del clima di quelle nazioni con grandi popolazioni costiere, infrastrutture ed economie che saranno influenzate dall’innalzamento del livello del mare”.
Il NASA Administrator Bill Nelson ricorda l’utilità di avere a disposizione dei dati corretti e soprattutto chiari. I cambiamenti climatici si fanno sentire e adeguarsi non è per niente semplice. È indispensabile conoscere la strada che stiamo percorrendo non solo per salvaguardare le economie ma la stessa vita è in pericolo. La mappa del livello dei mari è un oggetto da cui non si può prescindere. Le classi politiche ed i cittadini devono informarsi e fare il possibile per proteggere il pianeta. Ben Hamlington, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, chiarisce a cosa lavora il NASA’s Sea Level Change team:
“L’obiettivo è quello di rendere utilizzabili i dati di previsione contenuti nei rapporti IPCC, fornendo al contempo una facile visualizzazione degli scenari futuri”.
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