Il mare al largo delle Egadi non è nuovo a restituire resti di navi antiche e moderne. Bisogna considerare che la Sicilia è sempre stato un passaggio molto importante sia per i commerci che strategicamente. Se si vuole passare dal mediterraneo occidentale a quello orientale, si deve passare per il canale di Sicilia. In ragione della sua posizione strategica, molte battaglie si sono combattute attorno alla Sicilia. Le ricerche promosse dalla soprintendenza della Regione Sicilia hanno permesso di scoprire un altro relitto romano nelle Egadi.
Le isole Egadi hanno visto uno degli avvenimenti più importanti dell’antichità. Il 10 marzo del 241 aC si svolse la cosiddetta battaglia delle Egadi. Questa battaglia fu la conclusione della guerra punica e la consacrazione a potenza navale di Roma. Con la fine della prima guerra punica, Roma ottiene un vantaggio strategico su Cartagine, riuscendo a diventare il dominatore incontrastato del Mediterraneo. Di conseguenza, i Romani potevano sviluppare commerci marittimi. I commerci marittimi sono sempre stati considerati la via preferenziale di commercio. Infatti, una nave poteva (oggi come allora) portare molta più merce di quanto non potesse portare un carro. Inoltre, nel periodo imperiale, il granaio di Roma divenne l’Egitto e l’Africa proconsolare.
Per permettere ai carichi di grano di raggiungere Roma, non si poteva che usare il commercio navale. Infatti, un carro ci avrebbe messo settimane, se non mesi, a compiere il giro del mediterraneo. Invece, con una nave si poteva tagliare il tempo di percorrenza. Il passaggio dall’africa proconsolare a Roma o all’Italia doveva essere fatto attraverso il Canale di Sicilia e le isole Egadi. Infatti i romani viaggiavano molto raramente in mare aperto, e spesso navigavano sottocosta. Quindi, per passare dall’Africa, dal porto di Cartagine (situata in quello che ora si chiama Golfo di Tunisi) all’Italia le isole Egadi erano un ottimo riparo e approdo.
Il relitto romano ritrovato nel mare delle Egadi è una nave da carico, quindi non proviene sicuramente dalla battaglia delle Egadi. Ma non si tratta del primo relitto di questo tipo trovato in quel determinato tratto di mare. Un altro relitto romano è stato trovato al largo dell’isola delle femmine giusto qualche giorno prima di questo ritrovamento. Inoltre, il relitto di Cala Minnola a Levanzo è un altro esempio di un relitto di nave da carico romana in queste acque. Gi archeologi hanno trovato molti rostri nelle zone che gli storici ci hanno descritto durante la battaglia delle Isole Egadi.
L’ultimo relitto romano ritrovato è stato datato al IV-V secolo dC, quindi in un periodo tardo imperiale. Si trova a una profondità troppo alta per lo snorkeling, a 90 metri sotto il livello del mare. La caratteristica più importante del relitto romano in questione è il suo carico. È rimasto completamente integro dopo più di millecinquecento anni. Inoltre, ci racconta della storia di questa nave. Si può infatti risalire a cosa trasportava e da dove provenisse. Questo si deve alla particolarità di queste anfore, precisamente delle anfore Almagro 51 C. Queste servivano a trasportare conserve di pesce, tra cui il famosissimo Garum e provenivano dalla Lusitania, l’odierno Portogallo.
La scoperta di questo relitto romano si deve alla squadra della RPM Nautical Foundation. Da anni questa organizzazione no-profit supporta la Soprintendenza Marittima della Regione Sicilia e l’Univeristà di Malta. Queste insieme hanno organizzato molte spedizioni di carattere archeologico nel mar Mediterraneo e nel canale di Sicilia. L’organizzazione è vitale in quanto ha fornito la nave da ricerca con cui è stato possibile trovare il relitto romano. Questa nave è la R/V Hercules, già impegnata nei mari italiani per altre ricerche con la stessa organizzazione. L’Hercules è una nave costruita con l’obbiettivo della ricerca archeologica in ambiente litoraneo. Infatti i suoi magnetometri possono scandagliare fino ai 300 m di profondità. Pur essendo una nave di piccole dimensioni è in grado di sollevare carichi fino a 5 tonnellate, con la gru sul ponte. È anche dotata di un ROV, che ormai sta diventando una necessità insostituibile quando si lavora in profondità.
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